mercoledì 17 dicembre 2008

Tasso zero sotto natale


Nuovo colpo di scena su un mercato che sembra sempre più diretto da un esperto regista di thriller; ovviamente ci stiamo riferendo alla decisione della Fed di tagliare il costo del denaro e portarlo praticamente a zero.
Se un taglio dei tassi era molto prevedibile ed era stato preaanunciato dalla maggior parte degli analisti, quello che non ci si aspettava era che la banca centrale statunitense decidesse di effettuare un taglio ben più drastico dei 50 basis points preannunciati portando il costo del denaro addirittura a zero.
Una decisione questa che non ha precedenti nella storia statunitense e che esprime al meglio la preoccupazione e la gravità che questa crisi sta provocando nelle autorità statunitensi come del resto in quelle del resto del mondo.
Gli effeti sul mercato valutario non si sono certo fatti attendere e la conseguenza più ovvia è stata il crollo del dollaro che ha perso molte posizioni in tutti i principali cross; il grafico che meglio esprime l'instabilità e l'imprevedibilità di questo mercato è sicuramente l' Eur/Usd che dopo aver toccato 1.60 ai primi di luglio si era riportato sotto quota 1.25 per poi ritoccare quota 1.4100 oggi. Il mercato sembrava aver scontato già nella mattinata di ieri le previsioni di un taglio dei tassi statunitensi ma la sorpresa arrivata in serata dalla Fed ha amplificato gli effetti negativi sul biglietto verde che è letteralmente crollato e presumibilmente perderà ancora posizioni nei prossimi giorni.
Certo le vacanze natalizie arrivano nel momento migliore per la valuta statunitense e forse potranno dare una mano all'economia a stelle e strisce che come ha detto Bernanke ha abbandonato tutti i principi che hanno caratterizzato la sua storia economica per cercare di superare una crisi senza precedenti.

lunedì 15 dicembre 2008

L'America buca le gomme al settore Automobilistico


E' un mercato che non finisce mai di stupire e che non lascia mai tranquilli. L'idea che c'eravamo fatti era che queste ultime settimane dell'anno sarebbero state tranquille e prive di grossi movimenti.
Evidentemente ci sbagliavamo almeno in parte; la volatilità infatti è dovuta in gran parte alle notizie macroeconomiche provenienti dagli States ed in particolare alla bocciatura del piano da 15 miliardi di dollari per il salvataggio del settore automobilitico che è stato rigettato dal senato e che mette seriamente a rischio la salute di un settore che appare realmente sull'orlo del tracollo con Ford e General Motors che ora tremano.
Ovviamente anche il dollaro ha risentito di questa notizia ed ha ampliato il trend ribassista intrapreso a inizio settimana sfondando quota 1.3400 e prospettando a questo punto anche il raggiungimento di 1.4000.
Euro forte nonostante i dati macroeconomici che parlano apertamente di recessione; Euro forte più a causa della debolezza delle altre valute che per meriti suoi quindi ed esempio lampante è rappresentato dal cross con la Sterlina che pare non riuscire ad interrompere il tracollo intrapreso ormai settimane fa e che sta portando il cross a toccare quota 0.900 inpensabile fino a poco tempo fa.
Per quel che riguarda la zona Asiatica vanno riportati i timori della Boj riguardanti la valuta giapponese troppo forte che rischia di penalizzare l'economia orientale.

martedì 9 dicembre 2008

Il "New Deal" di Obama


Il "New Deal" di Obama ha portato euforia sui mercati e quest'inizio settimana ha fatto registrare numerosi e cosistenti rialzi su quasi tutti i listini mondiali ed anche il mercato valutario ha risentito in parte di questa ondata di ottimismo.
I motivi di questo ottimismo come detto risiedono tutti nel piano economico contro la crisi presentato dal presidente neo-eletto Barack Obama e che prevede oltre a vantaggi fiscali per tutte le imprese in crisi anche un grande finanziamento ai settori in difficoltà, in particolar modo quello automobilistico che sembrava sull'orlo di un vero e proprio collasso.
Anche l'Eurozona sembra essere tornata ottimista dopo i numerosi tagli al costo del denaro effettuati la scorsa settimana, ultimo quello effettuato dalla Banca Centrale Svedese che ha effettuato il taglio più consistente di tutta la sua storia abbassando di ben 175 basis points i tassi portandoli così al 2%.
Per quel che concerne il mercato valutario dobbiamo riportare il grande rally della moneta unica europea nei confronti del dollaro che si è riportata nei pressi di quota 1.2900 e che ha trascinato con se anche il cable.
Per quel che concerne il cross Sterlina Yen invece non si vedono segnali di inversione per il momento e l'impressione è che per qualche inversione di tendenza su tutti i cross bisognerà aspettare l'inizio del nuovo anno quando la liquidità sui mercati ricomincerà ad aumentare e movimenti consistenti saranno di nuovo possibili.
Per ora possiamo stare attenti a qualche movimento sul breve dettato da ragioni di carattere tecnico o da reazioni emotive del mercato a dati macroeconomici di giornata.

lunedì 24 novembre 2008

Un po di ottimismo per gli USA


Settimana piuttosto ambigua sui mercati finanziari e valutari quella appena trascorsa. Dopo qualche giorno di apparente tranquillità i listini azionari hanno infatti fatto registrare pesanti perdite con l'indice Dow Jones che è ritornato in positivo solo venerdì.
La spinta per questo rialzo sembra essere arrivata dalle parole di Obama che ha parlato della situazione economica statunitense prospettando scenari ottimistici, ribadendo il taglio delle tasse per il 95% degli americani e confermando l'attuale presidente della Fed di New York Geithner come prossimo segretario del Tesoro.
Meno incoraggiante la situazione in Europa con i dati macroeconomici usciti venerdì che certo non aiutano ad essere positivi: l'indice PMI tedesco ed europeo si sono rivelato ben al di sotto delle previsoni degli analisti.
Grande importanza avrà questa settimana per chiarire il trend di un mercato che continua ad essere molto difficile da decifrare.

martedì 18 novembre 2008

Discorsi da "grandi"


Ennesimo incontro abbastanza inconcludente tra i "grandi" del continente. Nel tanto atteso meeting del G20 tenutosi questo week end non abbiamo assistito a nessun passo avanti.
Se da un incontro come questo ci attendevamo qualche dichiarazione forte o qualche provvedimento di carattere interventista, le nostre speranze sono state deluse.
Certo, la premessa da fare è doverosa, questa non è una situazione semplice da risolvere e qualsiasi provvedimento preso sarebbe stato probabilmente criticato da più parti, però onestamente qualcosa di più delle dichiarazioni di facciata sulla necessità di sostenere la crescita interna dei paesi evitando qualunque forma di protezionismo ce la si poteva aspettare.
Dal canto nostro potevamo attenderci anche qualche dichiarazione riguardante il mercato valutario che per l'ennesima volta è stato ignorato dai grandi del pianeta che evidentemente non lo considerano un grosso problema.
E il mercato come ha reagito? Sostanzialmente è rimasto indifferente, con solo la moneta unica che, sulla scia della delusione del G20 ha perso qualche posizione nei confronti del dollaro americano tornando cosi a quota 1.2516 per poi recuperare e risalire sopra 1.2600.
L'unico dato macroeconomico di grande rilievo è stato il GDP giapponese che ha fatto segnare una diminuzione dello 0.1% confermando così che neanche l'economia nipponica è immune dalla recessione globale che sta colpendo l'economia mondiale.

venerdì 14 novembre 2008

Quale futuro per la sterlina?


Sterlina a picco e Euro in ripresa. Questi due sembrano essere gli argomenti che maggiormente hanno interessato il mercato valutario nella giornata di ieri.
Della Sterlina abbiamo già spiegato qualcosa ieri e sembra proprio che questa situazione sia vista di buon occhio dal governo britannico che con la sterlina cosi svalutata e i tassi che saranno portati al più presto ad un livello prossimo allo zero vede più facile un recupero della situazione in tempi brevi. Per quel che riguarda la moneta unica il recupero di ieri, sembra confermare quanto detto ieri, e cioè che ad un recupero dei listini azionari corrisponde un recupero dell'Euro mentre quando i mercati vanno in negativo si verifica un ingente acquisto di dollari americani.

giovedì 13 novembre 2008

King spaventa il Regno Unito


Ieri è stato il turno della Sterlina e oggi sotto a chi tocca. Nel frenetico e mai come in questo periodo confusionario mondo dei cambi, ieri protagonista di giornata è stato il governatore della BoE King.
Se fino a qualche mese fa sentivamo parlare di economia britannica solida, di pericolo di inflazione e quindi di una possibilità di un aumento del costo del denaro, nella conferenza tenuta ieri dal capo della banca centrale abbiamo assistito a discorsi che andavano in direzione completamente opposta.
Dalle parole di King si è infatti percepito un grave allarmismo riguardo le condizioni in cui grava l'economia britannica che è vista in piena recessione e che necessita secondo le autorità monetarie del regno unito di un ulteriore taglio dei tassi che porterebbe cosi il costo del denaro ad un livello inusuale per la sterlina.
La prima a risentire di queste parole è stata ovviamente la valuta britannica che continua a perdere posizioni nei confronti di Dollaro ed Euro; governor King ha anche aggiunto che la svalutazione della sterlina non lo sorprende e che non lo stupirebbe un ulteriore calo nei prossimi giorni.
Per quel che riguarda l'eurozona ieri hanno riportato il dato sulla produzione industriale, in calo dell'1,6% nell'ultimo mese di rilevazioni e questo non ha fatto altro che alimentare le perdite della moneta unica nei confronti del dollaro; a dir la verita l'acquisto di dollari non ha motivazioni macroeconomiche a nostro avviso ma paradossalmente segue l'andamento dei listini azionari con gli investitori che comprani dollari ogni qual volta i listini azionari vanno in negativo.
Segnali di ripresa, o quantomeno di stabilità, sembra darli lo Yen che negli ultimi giorni ha recuperato posizioni in quasi tutti i cross più importanti; questo è un segnale postivo per tutto il mercato perchè può far pensare che l'avversione al rischio è diminuita, che i carry trade stanno riprendendo quota e che forse qualcosa sembra tornare alla normalità.Vedremo.

martedì 11 novembre 2008

Oggi l'indice ZEW


Con questo tipo di mercati ormai fare delle previsioni, seppur di breve orizzonte, mette chiunque nelle condizioni di fare delle brutte figure; lo scenario che si prefigurava ieri era quello di un mercato più tranquillo in cerca di stabilità.
Poi è bastata qualche voce riguardante le difficoltà di qualche grossa società assicurativa americana a far crollare i listini azionari e di conseguenza il cross Eur/Usd che inizia a palesare una certa correlazione con l'andamento dei listini azionari ed in particolare con quello dei futures statunitensi.
Tecnicamente, ciò che ci possiamo attendere è il recupero di qualche posizione da parte di Euro e Sterlina, specie nei cross con il dollaro americano in cui le due valute europee sono ampiamente sottovalutate.
Qualcosa in merito potrà dirci l'indice ZEW dell'economia tedesca, fedele anticipatore delle condizioni dell'economia dell'Unione Europea.

mercoledì 5 novembre 2008

Yes we can. We hope.


Yes we can. Questo è stato lo slogan della campagna elettorale del nuovo presidente democratico degli Stati Uniti d'America Barak Obama, eletto ieri con una maggioranza che da tempo non si registrava negli States.
Il cambiamento tanto inneggiato in campagna elettorale ed i buoni propositi sono sempre facili da promettere in comizi e convegni pre-elettorali ma mai come in questo periodo abbiamo la necessità di credere, o meglio sperare, che qualcosa di nuovo questo nuovo governo statunitense lo porti.
Perchè la situazione economica mondiale, ed in particolare statunitense è critica e certo non è un compito facile per Obama risollevare le sorti di un paese che mai come in questo momento ha bisogno di decisioni forti e rapide.
I mercati, ed in particolare quello valutario, non hanno risentito molto della notizia anche perchè era già stata scontata nei giorni passati; da riportare invece, la decisone della banca centrale Australiana che, in linea con le altre banche centrali mondiali, ha deciso di dare fiato alla sua economia tagliando i tassi di ben 75 basis points, portando così i tassi di riferimento al 5,25%.
Ora sono attese le decisioni della Banca centrale Europea e della Banca centrale Inglese che nei prossimi giorni dovrebbero tagliare a loro volta i tassi d'interesse.

venerdì 31 ottobre 2008

Qualcosa si muove


E' un momento importante per i mercati ed in particolare per quello valutario, e come in tutti i momenti decisivi ad essere protagoniste sono nel bene e nel male le banche centrali che hanno deciso di intervenire in modo deciso.
La decisione era ormai nell'aria da molti giorni ed il mercato aveva infatti già scontato la notizia di un probabile taglio dei tassi ma la Fed nel meeting tenutosi nella serata di ieri ha fatto trapelare di più.
Oltre alla decisone di abbassare i tassi di 0.50 basis points, portando così il costo del denaro all'1,00%, il presidente Bernanke ha ribadito le prospettive non incoraggianti per l'economia statunitense che è sempre più in calo. Ma ancora più importante per il mercato è stato sapere che l'istituto americano ha fatto capire che sono all'orizzonte nuovi tagli e che presto potremmo vedere il costo del denaro scendere sotto la soglia dell'1%.
Così dopo la FED ora aspettiamo che la banca centrale europea mantenga le promesse e limi i tassi per cercare di dare un po di respiro al mercato.
Da segnalare infine la ripresa, seppur non convita, degli acquisti sui carry trades che dopo settimane difficili hanno ricominciato a prendere quota.

mercoledì 29 ottobre 2008

It's time to cut


Finalmente si taglia. Questa è la soluzione che sembrano aver trovato quasi tutte le banche centrali mondiali per cercare di tamponare questa crisi ed i suoi effetti sull'economia reale.
Ieri nel corso del suo intervento, il presidente della banca centrale europea Jean Claude Trichet, ha delineato la prospettiva di un probabile taglio dei tassi il prossimo 6 novembre. Mossa giusta ma forse un pò in ritardo ed in contraddizione con ciò che poco tempo fa si sentiva dire dallo stesso Trichet che parlava di rischio di inflazione e di assoluta fermezza nel voler tenere fermi i tassi di interesse.
Nella stessa direzione sembra andare la Federal Reserve statunitense che si prevede debba tagliare i tassi di mezzo punto percentuale, anche se negli ultimi giorni si sta facendo strada l'ipotesi che si propenda per un taglio più drastico, di 0,75 basis points, che porterebbe così i tassi di riferimento statunitensi a 0,75%,poco più elevati di quelli nipponici, livelli mai testati per un'economia delle dimensioni di quella americana.
Va segnalato infine come gli ultimi due dati sul settore immobiliare a stelle e strisce, vendita di case di nuova costruzione e già esistenti, siano stati ambedue positivi a dispetto delle previsioni e visti i precedenti questa è senz'altro una grande notizia.

lunedì 27 ottobre 2008

Panic selling anche sui Carry Trades


Qualche certezza inizia a vacillare. E si, perchè pensavamo di aver visto tutto, ma quello che è successo venerdì ai carry trade rappresenta qualcosa di assolutamente fuori norma per un mercato liquido e stabile come quello valutario.
Se è di dominio comune che cross come Eur/Jpy e Gbp/Jpy siano molto volatili mai in questi anni avevamo visto perdere in una mattinata rispettivamente 12 e 13 punti percentuali: la moneta unica contro l'euro è passata infatti a toccare 113,70 dopo essere arrivata a quota 156.50 a fine settembre mentre contro la moneta britannica è scesa fino a 127.30 da quota 196,50 sempre di fine settembre.
Questo sembra essere una trasposizione della paura che si è registrata sul mercato azionaro e che ora in qualche modo sta colpendo anche il meracto valutario: paradossalmente però, come succede per i listini azionari, si creano opportunità interessanti che potrebbero nell'arco di qualche mese creare dei guadagni consistenti.

venerdì 24 ottobre 2008

Tokyo fa tornare la paura


Torna la preoccupazione sui mercati. Dopo qualche giorno di apparente tranquillità e sopratutto dopo che Wall Street aveva chiuso finalmente in positivo abbiamo assistito all'ennesimo tracollo della borsa nipponica.
La forte preoccupazione per lo stato delle imprese e dell'economia giapponese hanno portato gli investitori a ripartire con le vendite che hanno fatto chiudere l'indice in ribasso di oltre il 9%. Tutto questo ovviamente ha avuto riflessi positivi anche sul mercato valutario che ormai risulta essere quasi senza controllo.
Grande proteginista degli ultimi giorni, anche se in negativo, è stata la moneta unica europea che ha perso terreno nei confronti di dollaro e yen portandosi ai minimi storici in ambedue i cross.
Se qualche giorno fa parlavamo, o forse auspicavamo, uno sfondamento della resistenza posta a 1.3000 per poter provare un recupero a quota 1.3300, oggi ci troviamo a scrivere di un cross Eur/Usd che ha toccato nella nottata un minimo a 1.2666.
A costo di essere ripetitivi dobbiamo segnalare come la stuazioni sia al limite della sostenibilità e segno tangibile è la grande, eccessiva, volatilità che caratterizza il mercato valutario di quest'ultimo periodo e che invece non appartiene al profilo storico di quest'ultimo; l'unica speranza che abbiamo è che le banche centrali riescano in qualche modo a dare un pò di respiro e di tranquillità ad un mercato che ancora risulta sotto shock.

lunedì 20 ottobre 2008

Recessione


Siamo in recessione. Può essere dura da ammettere ma nonostante tutte le smentite di facciata e le rassicurazioni dei capi di stato l'economia globale è entrata in una fase di recessione.
A confermare questa tesi oltre che la grave crisi che stiamo vivendo, ci sono i dati macroeconomici, statunitensi ed europei che non lasciano adito a dubbi in proposito.
Se il primo dato che aveva destato preoccupazioni a inizio settimana riguardava l'indice ZEW tedesco, l'ultimo ha riguardato l'economia a stelle e strisce ed ha visto protagonista, come al solito, il settore immobiliare, che con il calo della vendita di case nuove da 872 mila a 817 mila nel mese di settembre, ha confermato la grave crisi che vive ormai da parecchi mesi.
Per quel che riguarda il mercato valutario rimaniamo in un periodo di forti tensioni che però, fortunatamente, rimangono comprese in canali ben individuabili con i principali cross che nonostante forti oscillazioni non rompono quasi mai i suuporti e le resistenze; caso emblematico l'Eur/Usd che oscilla tra 1.3769 e 1.3432 ormai da inizio mese.

lunedì 13 ottobre 2008

Meeting G7


Week end di lavoro per i capi di governo dei principali paesi europei che durante il meeting del G7 hanno tentato di risolvere, o quantomeno tamponare la grave crisi finanziaria di questi giorni.
I principali argomenti trattati hanno ovviamente riguardato la liquidità delle banche la relativa capitalizzazione: i principali interventi dell'eurogruppo hanno infatti riguardato la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà, la garanzia pubblica a tutti i prestitti interbancari per ristabilire la tranquillità sui mercati e la revisione delle norme contabili interbancarie a livello europeo.
I mercati sembrano aver reagito bene a questi primi accordi; la borsa giapponese è infatti in leggero rialzo questa mattina, e per quel che riguarda il mercato valutario Eur/Usd, Eur/Jpy e Aud/Usd hanno dato segnali di ripresa rispetto alla chiusura di venerdì.

giovedì 2 ottobre 2008

Approvate il piano!


Tutto il mercato vive giorni e ore di attesa spasmodica per per l'approvazione del piano di recupero americano bocciato qualche giorno fa dalla camera del governo statuitense.
Riproposto nella notte con qualche modifica rispetto al piano precedente, è stato approvato dal senato che così ha rimandato nuovamente tutta la responsabilità alla camera che ha il compito, e secondo la gran parte del mercato il dovere, di approvare un piano che seppur non garantisce la risoluzionde di tutti i problemi, rappresenta sicuramente una presa di posizione forte da parte delle autorità statunitensi, che poi è quello che più serve ora al mercato.
A rigor di logica la crisi statunitense dovrebbe influenzare direttamente il biglietto verde che dovrebbe risentire in modo negativo di tutta questa situazione perdendo posizioni: e invece assistiamo al contrario, con il dollaro in una fase di ipercomprato. Tutto questo può essere spiegato in vari modi tra cui il fatto che valute come il dollaro o lo yen sono considerate monete di rifugio per le liquidazioni delle posizioni di carry trade ma anche perchè l'euro sta risentendo della preoccupazione del mercato che teme una ricaduta della crisis anche sul sistema economico europeo.

lunedì 29 settembre 2008

Monovra di recupero


Sono giorni frenetici ed importanti per l'economia statunitense, e di conseguenza mondiale, questi che ci attendono: tutti aspettano e cercano di capire se e come verrà approvato il TARP (Troubled Asset Rescue Plan).

La crisi si finanziaria che ha scosso l'economia a stelle e strisce ha infatti innescato un vortice di accuse e contestazioni al governo americano ed alla banca centrale ed ora è arrivato invece il momento delle risposte: la soluzione che sembrano aver trovato Bernanke e Paulson consiste in un piano di salvataggio la cui consistenza economica si aggirerebbe intorno ai 700 miliardi di dollari.

Tutto ciò, per quel che concerne il mercato delle valute, potrebbe dare un pò di respiro al biglietto verde che in un'ottica di breve periodo potrebbe far tornare il cross eur/usd attorno quota 1.4000. Il cambo dollaro yen invece non sembra voler cambiare il proprio andamento con la resistenza posta a 110.70 più volte sfiorata ma mai oltrepassata.

mercoledì 17 settembre 2008

Niente tagli


La Fed non cede alle pressioni del mercato e lascia i tassi invariati al 2.00%. Questa è la notizia più importante di una giornata, quella di ieri, che sarà ricordata come una delle più movimentate della storia.
Sull'onda del fallimento della Lehman, infatti, molte sono le voci, vere o tendenziose, che si rincorrono su eventuali ultreriori clamorosi fallimenti; ultimo in ordine cronologico ha riguardato il colosso assicurativo AIG che è stato salvato in extremis dalla Banca Centrale Americana che con un finanziamento di 80 miliardi di dollari ha portato sotto il controllo statale il 79.8% della società.
Il mercao valutario in questo senso resta un po congestionato da tutto e tutti i cross subiscono un'alta volatilità oscillando comunque in un range laterale. L'unico dato evidente riguarda la liquidazione di quasi tutti i carry trade.

giovedì 11 settembre 2008

Dollaro imperat


Sempre più dollaro: prosegue inarrestabile la corsa del biglietto verde che in modo quantomeno inaspettato ha recuperato 21 figure in un mese sulla moneta unica e ben 26 sulla sterlina.
Movimenti come questi sono quantomeno inusuali nel mercato valutario i cui protagonisti (banche centrali) dovrebbero invece in linea di massima garantire una certa stabilita grazie ad accordi commerciali ad alti livelli per preservare l'economia di ciascuno stato e non modificare continuamente anche i livelli dei prezzi.
Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni invece è un mercato un pò fuori dagli schemi il cui andamento non trova riscontro nei dati macroeconomici (vedi la crisi bancaria americana che non sta minimamente influenzando la valuta statunitense) ma può avere ragioni di carattere più strutturale.
Da segnalare la decisione della banca centrale neozelandese che nella giornata di ieri ha deciso di tagliare il costo del denaro di 50 punti base portando così i tassi di riferimento al 7.50% che ha causato sul mercato forex una vendita aggressiva dei dollari neozelandesi.

lunedì 8 settembre 2008

Svolta sui sub-prime


L'attenzione del mercato in questi ultimi giorni è stata tutta rivolta alle decisioni prese dal governo americano per risolvere la grave crisi finanziaria dei due colossi dei mutui statunitensi Fannie Mae e Freddie Mac.
Con una decisone a sorpresa l'amministrazione Bush, sentito anche il parere del governatore della banca centrale Bernanke, ha deciso di rilevare le due compagnie, rendendole completamente pubbliche e si dice che abbia stanziato 100 miliardi di dollari per ciascuna società.
Una manovra finanziaria di questo tipo non si vedeva da anni negli stati uniti e l'unico esempio che si possa ricorare appartiene agli anni '30 ed alle manovre post-crisi del '29; secondo quanto detto anche da Bernanke questo riporterà tranquillità sul mercato e porrà fine ad una crisi iniziata ormai molti mesi fa.
L'unica cosa che possiamo augurarci è che sia effettivamente così ed aspettare di vedere la reazione dei mercati.
Oggi sono attesi invece i dati riguardanti il PPI britannico e il consumer credit statunitense.

lunedì 1 settembre 2008

Euro e Sterlina in difficoltà


Il mercato valutario ha fatto ormai emergere delle caratteristiche chiare in quest'ultimo periodo: il prezzo del petrolio e la condizione dell'economia europea e statunitense sta guidando l'evolversi dei cross.
Possiamo infatti notare come il recupero del dollaro nei confronti di Sterlina ed Euro sia ormai consolidato ed un fattore in comune a questi due recuperi si puo certamente trovare nel calo del prezzo del petrolio che qualche mese fa aveva invece influenzato in modo diametralmente opposto le sorti del biglietto verde.
Per quel che riguara la moneta unica va evidenziato come risenta delle prospettive non più rosee dell'economia europea che ha visto diminuire il prodotto interno lordo e le vendite negli ultimi mesi.
Per la sterlina invece il discorso è leggermente diverso in quanto il suo calo sembra essere più strutturale che dovuto a ragioni da carattere macroeconomico come si può notare anche dalle posizioni perse nei confronti dell'Euro.
Questa settimana potremmo avere maggiori delucidazioni in merito poichè sono in programma le riunioni della manca centrale europea e della Bank of England.

giovedì 28 agosto 2008

In fase di stallo


Dopo il consistente recupero del dollaro nelle ultime settimane, il mercato dei cambi vive ora una fase di stallo e indecisione con i cross principali che stentano a prendere una direzione chiara.
I motivi di questa situazione sono da imputare come al solito alle tre grandi valute che muovono il maggior numer di scambi, Euro, Dollaro e Sterlina.
Se da una parte infatti il mercato guarda ai dati macroeconomici degli ultimi giorni che vedono un'economia statunitense in ripresa e quindi spinge il dollaro a recuperare ulteriore terreno dall'altra pero guardando i grafici ci si rende conto come ci sarebbero evidenti motivazioni di carattere tecnico per una correzione a favore della moneta unica europea.
Per quel che riguarda la sterlina invece non possiamo che confermare quanto detto sino ad ora e cioè che è in corso una caduta ed un cedimento strutturale della moneta britannica che non sembra prossimo a terminare.
Oggi attese le richieste di sussidi alla disoccupazione e il preliminar GDP dagli USA.

mercoledì 27 agosto 2008

Occhi puntati sui Minutes FOMC


Il vero protagonista della giornata di ieri é stato il meeting della FOMC che ha evidenziato nuovamente lo stato di crisi dell'economia a stelle e strisce.
Nel corso degli ultimi due mesi abbiamo assistito ad una graduale ma sostanziosa ripresa del dollaro nei confronti delle principali valute grazie ad una politica monetaria molto forte che ha portato i tassi di riferimento statunitensi a scendere fino al 2%.
Ma il pil molto basso (qualcuno dice addirittura negativo) e l'inflazione sempre più preuccupante potrebbero portare la massime autorità in materia economica statunitensi a rivedere le scelte fatte scegliendo di rittoccare nuovamente i tasssi di interesse questa volta al rialzo.
E' per questo motivo che il mercato vede un nuovo calo del biglietto verde alle porte; calo che in parte si é gia fatto sentire nella giornata di ieri in cui il dollaro ha perso ben 150 punti base nei confronti della moneta unica europea ritornando così sopra quota 1.4715.
Oggi attesi i dati sui beni durevoli negli stati uniti e sulle scorte di petrolio.

lunedì 25 agosto 2008

Dollaro in recupero


La grave crisi che aveva colpito il dollaro negli ultimi mesi sembra essere finalmente finita o almeno questo è quello che si deduce dalle parole del capo della banca centrale statunitense Bernanke e dall'andamento del prezzo del petrolio.
Se qualche settimana fa, infatti, si guardava sempre con timore alle dichiarazioni del presidente della banca centrale statunitense, ora sembra che Bernanke sia favorevole ad una ripresa della valuta americana che potrebbe aiutare a tenere sotto controllo l'inflazione del paese. Fino ad oggi infatti il problema della valuta debole non era stato preso in grande considerazione dalle massime autorità economiche del paese, anzi sembrava essere una situazione positiva.
I primi segnali di recupero dell'economia statunitense ed il sostanzioso calo del prezzo del petrolio (mai come in questo periodo strettamente legato al biglietto verde) hanno cosi consentito al dollaro di recuperare molto nei confronti della moneta unica portando cosi il cambio da 1.600 di inizio agosto a 1.4740 degli ultimi giorni.
Oggi l'unico dato di una certa importanza arriva dagli Stati Uniti e riguarda la vendita di case esistenti.

lunedì 21 luglio 2008

Ritorno alla normalità


Dopo le grandi turbolenze che hanno colpito il mercato valutario (e non solo) nell'ultima settimana, sembra si sia ritornati ad una situazione di "normalità" con i cross che hanno ripreso un andamento per lo più laterale.
Come al solito, specchio fedele del mercato è l'Eur/Usd che dopo essere passato da 1.6000 a 1.5600 in poche ore ha trovato si nuovo il suo equilibrio attorno quota 1.5850 con ovvimente possibilità di brevi rialzi o ribassi a ridosso della rivelazione di dati macroeconomici.
Oggi ad esempio è atteso l'indice guida negli Stati Uniti ed un eventuale dato negativo potrebbe riportare il cross a superare quota 1.5900.

mercoledì 16 luglio 2008

Oltre 1.6000


Continua senza sosta il caos sui mercati finanziari mondiali ed inevitabilmente si ripercuote sul mercato valutario che avevamo già constatato essere abbastanza instabile.
Ieri è stata la giornata dello storico 1.6000 dell'Euro nei confronti del Dollaro Americano. Questo non vuol dire certo che la moneta europea ed in particolar modo la sua economia stiano molto meglio di quella americana: dopo aver toccato i massimi infatti l'euro è subito sceso a quota 1.5900 evidenziando le grosse paure fatte trasparire anche da Trichet riguardo l'inflazione Europea ed il rallentamento della crescita evidenziato anche dall'Indice ZEW tedesco che è stato pubblicato molto al di sotto delle aspettative.
Per quel che concerne gli Stati Uniti invece il discorso è sempre legato ad una situazione non facile legata ai sub-prime da cui non si è ancora usciti; la speculazione sulle materie prime (vedi petrolio) e la debolezza del biglietto verde stanno facendo poi il resto dando a Bernanke poche possibilità di operare una politica monetaria aggressiva o passiva.

giovedì 10 luglio 2008

Mercati Instabili


I mercati sono totalmente instabili. E' sufficiente ormai un piccolo ruomors sussurrato a creare grossi turbamenti sui principali cross con l'Eur/Usd che in questo momento ha le stesse probabilità di sfondare quota 1.6000 come di rompere a ribasso 1.5000.
Se ieri il brusco calo del prezzo del petrolio aveva dato conforto a coloro che speravano e vedevano un dollaro in grande ripresa capace di riotrnare presto sui livelli di qualche mese fa, stamattina assistiamo ad una nuova ripresa della valuta unica europea.
I livelli su cui si è portato l'euro da qualche mese non hanno tardato a farsi sentire su tutte le economie, anche in quelle più solide, come quella tedesca che ha rilevato un pil in calo nell'ultimo trimestre.

giovedì 3 luglio 2008

Il giorno della BcE


E' il grande giorno della Banca centrale Europea. Grandissima attesa per le parole del banchiere centrale Trichet che potrebbe dare avvio al definitivo collasso del dollaro.
E' previsto infatti un rialzo dei tassi d'interesse da 4.0% a 4.25% ed un eventuale discorso che faccia prevedere ulteriori rialzi potrebbe causare una vendita di massa di dollari a favore dell'euro portando così il cross su livelli mai osservati prima d'ora.
Non ci resta che attendere questo pomeriggio e vedere se siamo di fronte ad una giornata storica o solo ad un ennesima giornata di oscillazioni intra-day.

mercoledì 2 luglio 2008

Qualcosa potrebbe cambiare


Grande fermento sui mercati finanziari internazionali con le borse che vanno a picco ed il mercato valutario che resta in attesa di una mossa della BcE.
Questa mossa dovrebbe consistere nel rialzo di 25 basis point dei tassi di interesse: l'impressione è che questa operazione non dovrebbe sconvolgere il mercato ma rappresentare un avvertimento restando ferme le prerogative dell'istituto centrale europeo di mantenere un'inflazione bassa.
Le richieste che arrivano da più parti però mettono Trichet e soci di fronte al problema della crescita: e allora forse qualcosa tra qualche mese potrebbe anche cambiare e potremmo assistere ad una politica monetaria più aggressiva da parte della banca centrale europea.
Per quel che concerne l'economia statunitense oggi l'attenzione è focalizzata sull'occupazione nel settore Nonfarm e sugli ordini alle industrie.

lunedì 30 giugno 2008

Attesa per la BcE


Finisce il mese di Giugno con l'euro a quota 1.5800 che cavalca lo stretto legame che ormai da mesi lega l'andamento del petrolio e il biglietto verde.

Solitamente i mesi di Luglio ed Agosto sono dedicati alle "vacanze" e quindi non ci si attendono variazioni di rilievo sui vari cambi, fatta eccezione per la giornata di domani in cui si riunisce la BcE. La sensazione che si percepisce comunque è di un dollaro in difficoltà sia con la moneta unica europea sia con la sterlina , con cui ormai è di nuovo arrivato a toccare quasi quota 2.000. Per vedere un recupero serio e sostanzioso del biglietto verde non ci rimane che aspettare settembre quando tutte le autorità monetarie non potranno più ignorare il problema di un dollaro così sottovalutato.
In attesa di settembre "godiamoci" i movimenti di breve periodo sui cross che le varie notizie di carattere macroeconomico e le ragioni di natura tecnica ci offriranno in questi giorni.

giovedì 26 giugno 2008

La FED non agisce


La FED non agisce e il dollaro cala. Il mercato ha intrepretato male le parole di Bernanke dette durante la riunione FOMC che ha visto lasciare invariati i tassi d'interesse.
Il concetto espresso dal capo della banca centrale statunitense ha fatto notare come l'attenzione sia più concentrata sui rischi di una sempre più pericolosa inflazione piuttosto che sulla crescita che sempre secondo Bernanke è in recupero dopo mesi di crisi.
Il mercato evidentemente non ha interpretato bene queste parole ed ha immediatamente venduto dollari: il risultato è stato il dollaro a quota 1.5685 contro l'Euro.
Per qual che riguarda la valuta dell'Unione Europea tutto tace in attesa della riunione del 3 luglio in cui si potrebbe decidere di variare i tassi di interesse come da più parti richiesto.
In attesa di quel giorno niente sembra possa turbare in maniera consistente il mercato che continua nella sua fase di lateralità per la gran parte delle valute e continua a vedere le valute asiatiche in grande difficoltà.

venerdì 20 giugno 2008

Niente di nuovo all'orizzonte


Niente di nuovo sul mercato dei cambi. La volatilità in questi giorni è molto bassa e i pochi movimenti sui cross sono dovuti solo a ragioni tecniche o speculative.
In periodi come questi è difficile trovare spunti per poter parlare di cambi: dopo i grandi movimenti degli scorsi mesi dovuti alla crisi del dollaro si è arrivati ad una fase di sostanziale equilibrio che sembra essere accettato e sostenuto da entrambe le parti (BcE e FeD).
L'unica notizia significativa di giornata è arrivata dalla Gran Bretagna che ha visto salire le vendite al dettaglio mensili di 3.5 punti percentuali (+8.1% su base annua) che ha fatto recuperare alla sterlina quasi un 1% sul cambio con la moneta unica europea.

mercoledì 18 giugno 2008

Mercato in fase di lateralità


Si ondeggia sempre sui livelli critici. In questi giorni il mercato sta offrendo ai traders intra-day le condizioni ideali per operare comprando ai minimi e vendendo ai massimi che periodicamente si ripetono.
Per quel che riguarda i dati macroeconomici va segnalato il dato sull'inflazione britannica che è vista in aumento al 3.3% che accompagnata dalle parole non proprio rassicuranti del governatore della Bank of England King hanno portato la sterlina a perdere posizioni nei confronti del dollaro ed in particolare dell'euro con il quale è arrivata a toccare i massimi di periodo. Per quel che riguarda l'eurozona invece non sono arrivate buone notizie dall'indice ZEW tedesco che ha segnalato il malumore del mercato nei confronti dello stato dell'economia tedesca e più in generale europea che soffre anche per l'incertezza che circonda le scelte ed il tipo di politica monetaria che attuerà in futuro Trichet.

lunedì 16 giugno 2008

Livelli critici


La settimana scorsa si è conclusa su livelli critici per il cross Eur/Usd dopo aver visto il cross oscillare in modo evidente ed anomalo.
Su livelli critici perchè notiamo come l'intervento del capo della Federal Reserve, che per la prima volta dopo tanto tempo ha parlato del problema dollaro ha sorbito i suoi effetti; 1.5378 è un livello che potrebbe portare la moneta statunitense a recuperare posizioni interessanti ponendosi come obbiettivo quota 1.5000 che non vede ormai da mesi.
Dopo il dato sull'inflazione americana che ha suonato nuovamente come campanello d'allarme per l'economia a stelle e strisce e la posizione di Trichet, restio ad una politica monetaria aggressiva, sarà interessante valutare l'effetto che avranno le considerazioni e le posizioni prese durante il G8 di questo week end tenutosi in Giappone.

mercoledì 11 giugno 2008

Petrolio e banchieri


E' ormai evidente come siano due i principali argomenti di discussione per il mercato valutario: la correlazione tra dollaro e petrolio e il ruolo sempre più importante dei due capi delle banche centrali.
Abbiamo visto infatti come ogni parola che viene pronunciata da Trichet o Bernanke destabilizzi il mercato portando in particolare l'EUR/USD a toccare i propri supporti e resistenze.
Per quel che riguarda l'oro nero è sempre più evidente la correlazione tra l'andamento del bilgietto verde ed il costo del petrolio, e questo non può che indurci a pensare che nel breve periodo potremmo assistere ad un consistente recupero della moneta statunitense.

lunedì 9 giugno 2008

Bernanke e Trichet


Ogni parola di Trichet o Bernanke è ormai un buon pretesto per una grossa vendita di Euro o Dollari.
Se l'inizio della scorsa settimana aveva visto un sostanzioso repero del biglietto verde che si era riportato su un 1.54 basso, il fine settimana ha rivisto una gran vendita di dollari dopo le parole di Trichet che ha riportato il cross a superare quota 1.5800.
Se è vero che l'obiettivo dei due massimi organismi economici mondiali è quello di rendere più stabile possibile il mercato forse i due capi delle banche centrali dovrebbero farsi qualche domanda.
Per ora possiamo solo stare ad osservare questo cross che è destinato a muoversi ancora molto in questa setimana: quello che ci aspettiamo è un recupero di breve periodo del dollaro che però farà da pull back per un ulteriore risalita dell'Euro.

martedì 3 giugno 2008

Settimana interessante


La settimana che è appena cominciata potrebbe essere quella chiarificatrice per delineare meglio la condizione e le prospettive future delle principali divise.
Se il dollaro americano ci aveva illuso nuovamente riguardo ad un possibile recupero abbiamo assistito come al solito ad una smentita repentina del mercato che dopo il dato sull'inflazione nell'unione europea ha riposrtato il dollaro da 1.5490 a 1.5570 vanificando tutto il recupero dei giorni precedenti.
Sempre riguardo l'inflazione da segnalare il dato dell'università del Michigan di venerdì che ha segnalato un ulteriore potenziale nemico per l'economia a stelle e strisce, quell'inflazione che nel mese di maggio ha fatto segnare un aumento del 3.5% in aumento rispetto al 3.2% del mese di aprile.
Questa settimana sarà ricca di dati macoreconomici a partire dall'indice ISM manifatturiero, i Payrolls per finire con i meeting di numerose banche centrali quali BcE BoE e RBNZ.

lunedì 26 maggio 2008

Scenari un po' più chiari


La scorsa settimana e più in generale l'ultimo periodo hanno delineato ed in linea di massima chiarito lo scenario macroeconomico in cui ci troviamo e le prospettive fututre: l'economia europea è ancora una volta vista in crescita mentre l'economia statinitense inizia a dare i primi segnali di ripresa.
Sul fronte macroeconomico infatti per quel che riguarda l'eurozona abbiamo visto come l'indice degli acqisti PMI abbia delineato uno scenario ancora in crescita (sopra i 50 punti) ma in generale rallentamento rispetto alle precedenti rilevazioni; per quel che riguarda l'economia a stelle e strisce l'indice anticipatore dell'economia di Aprile ha fatto registrare un aumento dello 0.1% che dovrebbe garantire una crescita per i prossimi sei mesi, seppur non consistente.
Tutto questo si riflette ovviamente sul mercato dei cambi che dovrebbe rimanere per i prossimi mesi in una fase laterale con i principali cross che rimangono a fluttuare all'interno dei rispettivi supporti e resistenze.
Per quel che riguarda l'eur/usd per esempio, l'idea che si deriva dalle recnti mosse delle due banche centrali è che sia ormai destinato a consolidarsi tra 1.59 e 1.5500.

martedì 20 maggio 2008

Fase di lateralità


Il mercato i questi ultimi giorni sta vivendo una fase di lateralità che porta quindi i vari cross a subire forti oscillazioni nel breve periodo per la gioia dei trader che operano nell'intraday.
Esempio lampante di quanto appena detto è rappresentato dal cross principale, l'EUR/USD che ha interrotto il suo andamento laterale ieri pomeriggio quasi in concomitanza dell'unico dato macroeconomico uscito ieri riguardante l'economia statunitense: il leading index ha fatto segnare una crescita non prevista dello 0.1% e tanto è bastato al mercato per portare il biglietto verde nuovamente sotto quota 1.5500.
Ovviamente la consistenza macroeconomica e tecnica del movimento non era tale da ipotizzare un inizio di movimento ribassista ed infatti il cross si è riportato prontamente a gravitare attorno zona 1.5570.
Un altro movimento di questo tipo potrebbe verificarsi nella giornata di oggi con i dati sull'economia tedesca e sui prezzi americani che ne determineranno la direzione.

venerdì 16 maggio 2008

Dati macroeconomici = volatilità sul mercato


Giornata ricca di dati macroeconomici ieri sul mercato valutario come avevamo anticipato nei giori scorsi che hanno creato quella volatilità che rende il mercato forex pieno di opportunità per fare trading a breve.
I principali dati usciti nella giornata di ieri hanno riguardato Europa e USA: per quanto riguarda l'unione europea c'era molta attesa sul dato riguardante il PIL del primo trimestre del 2008 che si è rivelato in forte crescita, su base mensile, con un +0.7% rispetto alle previsioni che lo davano a +0.4% e ancor più su base annuale con un più 2.2%. Questo dato unito all'indice dei prezzi al consumo che ha fatto segnare un +0.3% ha denotato uno stato di salute dell'economia europea tutto sommato buono che permette alla BCE di continuare con la politica di tassi elevati.
Per quel che riguarda gli states invece dati non proprio positivi con le richieste di disoccupazione in aumento, l'Empire state manufacturing in calo e la produzione industriale che ha fatto segnare un -0.7% a dispetto di una previsione che la vedeva in calo ma dello 0.2%.

mercoledì 14 maggio 2008

Dollaro e sterlina molto volatili


Ennesima giornata sulle montagne russe ieri per il cross Euro/Dollaro che dopo aver raggiunto quota 1.5560 e ritornato a gravitare attorno 1.5440.
Il mercato valutario in questi giorni è molto interessante e divertente per i trader che operano nel breve periodo perchè si espone a operazioni giornaliere sia in vendita che in acquisto sfruttando così pienamente le possibilità di questo mercato.
Tutto ciò è dovuto all'instabilità ormai nota della moneta statunitense ma anche al momento di difficoltà attraversato dalla moneta del Regno Unito che anche ieri ha visto uscire dati macroeconomici negativi, riguardanti in questo caso l'inflazione che è passata dal 2.5% di marzo al 3.0% mettendo ancora più in difficoltà la sterlina che continua a perdere posizioni sia con l'euro che con il dollaro americano.
Tra i dati macroeconomici in uscita oggi segnaliamo la produzione industriale europea e il dato sull'inflazione statunitense.

lunedì 12 maggio 2008

Primi segnali di ripresa


Primi segnali consistenti di recupero da parte del Dollaro americano e primi timori per l’andamento dell’economia europea.
Questo è quello che questi ultimi giorni ci hanno fatto capire attraverso i principali eventi macroeconomici e le reazioni del mercato che si sono poi evidenziate sull’andamento dei principali cross in cui sono coinvolti Euro e Dollaro.
Proviamo quindi a riepilogare i fatti di maggiore importanza di questa ultima settimana, che hanno visto come evento di maggiore importanza il meeting della BCE che ha avuto come principale risultato la conferma dei tassi di interesse al 4.00%.
Ma andiamo con ordine: l’inizio della settimana ha fatto intravedere un’economia a stelle strisce in leggero recupero a dispetto di quella europea che invece ha fatto intravedere qualche segnale di rallentamento. Lunedì è stato pubblicato l’indice ISM del settore non manifatturiero che dopo settimane è risultato in aumento rispetto alle precedenti rilevazioni assestandosi a 52.0 contro i 49.0 previsti mentre l’indice sulla fiducia dei consumatori europei si è rivelato in calo a 3.5 contro i 4.2 previsti. Martedì e mercoledì sono state giornate abbastanza tranquille sul mercato dei cambi con i principali cross in fase di assestamento e l’Euro/Dollaro che confermava il suo recupero raggiungendo quota 1.5283; un dato che però ha suscitato qualche dubbio sullo stato di forma dell’economia europea è stato quello relativo agli ordini all’industria tedesco (che rispecchia in sostanza quello europeo) che hanno subito un calo dello 0.6% a dispetto delle previsioni degli analisti che invece avevano previsto un aumento dello 0.3%.
Da segnalare anche i dati incoraggianti riguardanti l’economia a stelle e strisce che ha visto crescere la produttività del settore non-agricolo dall’1.8% della precedente rilevazione al 2.2%.
L’appuntamento più importante a livello macroeconomico della settimana è stato però senza dubbio il meeting della BCE giovedì che oltre a lasciare invariati i tassi, come detto in precedenza, ha fornito molti spunti attraverso le parole del presidente Trichet.
"L'elevata inflazione è un fatto temporaneo causato dagli alti prezzi alimentari ed energetici. Tuttavia nel medio termine permangono rischi al rialzo sul fronte della stabilità dei prezzi" queste alcune delle parole più importanti della conferenza stampa che ha visto sottolineare l’importanza di una vigilanza dura da parte delle autorità volta a tenere d’occhio l’inflazione.
La grande sorpresa del mercato è stata la mancanza di riferimenti, da parte del capo della BCE, nei confronti del rallentamento dell’economia che in tanti avevano temuto potesse aver colpito i paesi dell’unione; l’assenza di tali paure lascia intravedere come le possibilita' che l’istituto di Francoforte possa continuare ancora a lungo il proprio atteggiamento neutrale in materia di politica monetaria siano a questo punto molto elevate. Questo ha fatto si che la moneta unica recuperasse nelle ultime ore posizioni nei confronti del biglietto verde riposizionandosi a ridosso di quota 1.55.
La prossima settimana ci aiuterà certamente a capire meglio se questo recupero del dollaro vada considerato in un ottica di breve periodo o invece se può essere davvero arrivato il momento di un forte movimento di rafforzamento del biglietto verde.

martedì 29 aprile 2008

Recupero?


Ancora ribassi: il dollaro prosegue nel suo ritacciamento e qualcuno inizia a pensare che possa essere anche qualcosa di più questa volta prospettando la possibilità di un'inversione consistende di trend.
La verità è che nessuno sa cosa può succerere nei prossimi giorni, l'idea che ci siamo fatti è che il mercato ha scontato i grossi profitti delle ultime settimane chiudendo molte posizioni e comprando dollari: un primo vero test per questo potenziale recupero del bilgietto verde lo vedremo a metà settimana quando i primi dati macroeconomici di una certa importanza ci riveleranno se l'economia a stelle e strisce ha iniziato veramente un recupero o se è stato solo un fuoco di paglia.
Nel frattempo oggi assisistiamo a qualche dato interessante sul settore immobiliare britannico e alla fiducia dei consumetori statunitensi.

lunedì 28 aprile 2008

Speranze di recupero?


La fine della scorsa settimana ha portato alla ribalta una piccola ed insperata ripresa del biglietto verde che ha dato speranza a tutti coloro che possiedono obbligazioni ed azioni o che hanno nel loro portafoglio moneta statunitense.
La causa più probabile di questo recupero è sicuramente da attribuire alle speranze degli investitori di un rafforzamento dell'economia a stelle e alimentate dalle voci sempre più insistenti riguardo un ulteriore taglio dei tassi da parte della FED.
Questo unito a dati riguardanti l'economia europea che si sono rivelati peggiori di quel che si pensava con un indice IFO peggiore delle aspettative.
Questa settimana ci riserva inoltre un gran numero di dati importanti per l'economia statunitense che testeranno il polso del biglietto verde e che se usciranno peggiori delle aspettative potranno riportarci nuovamente ai livelli di una settimana fa.
Oggi invece giornata piuttosto tranquilla con essun dato di rilievo ecezion fatta per il Consumer Confidence tedesco.

giovedì 24 aprile 2008

Giornata di ritracciamenti


Giornata di ritracciamenti ieri per il dollaro americano dopo il record dei giorni scorsi a 1.6000.Si tratta infatti di un vero e proprio storno del mercato dopo i massimi dei giorni scorsi, come dimostra anche il prezzo del petrolio sceso a 116 dollari al barile.
Come ormai è chiaro, finche questa spirale costituita da petrolio dollaro e inflazione non terminerà, niente può farci pensare ad una fine di questa svalutazione del biglietto verde.Finche le banche centrali infatti non decideranno di dedicharsi seriamente al problema valutario preferendo porre la loro attenzione esclusivamente sul problema dei sub-prime non ci sarà un riessestamento (necessario) del sitema.
Per oggi attesi dati abbastanza interessanti dall'economia statunitense che, nal caso uscissero positivi, potrebbero aiutare il dollaro nel suo tentativo di ritracciamento fino a quota 1.5750.

mercoledì 23 aprile 2008

Record su record


Record su record. I tanti che pensavano che il momento di massima difficoltà del dollaro fosse ormai terminato ieri sono stati smentiti dall'ennesimo minimo storico contro l'Euro che ha superato quota 1.6000.

Una serie di cause macroeconomiche hanno portato ieri allo sfondamento di questa importante soglia psicologica: l'ennesima impennata del costo del petrolio (superata quota 118) il perdurare della recessione dell'economia statunitense e le prospettive di un aumento dei tassi di intresse in Eurozona han fatto si che il mercato perdesse ulteriormente fiducia nel biglietto verde.
Da segnalare anche la decisione della banca centrale canadese di tagliare i tassi di 0.5 punti percentuali portando il costo del denaro dal 3.50% al 3.00%.
Oggi attesa le riunione preliminare della Bank of England che deciderà riguardo ad un eventuale e sempre più probabile taglio dei tassi di interesse.

lunedì 14 aprile 2008

Montagne russe


Settimana piuttosto burrascosa quella appena trascorsa per i mercati valutari che ha avuto come grande protagonista, come ormai abitudine, il dollaro e l’economia statunitense.

A dispetto di un inizio settimana all’insegna della tranquillità infatti, gli ultimi giorni ci hanno regalato molti dati macroeconomici interessanti che hanno fatto andare sulle montagne russe il cross EUR/USD che ha oscillato da 1.5500 fino al massimo storico fatto segnare giovedì scorso di 1.5912. Procediamo come al solito ad un breve riassunto di quella che è stata la settimana nei mercati valutari.
L'unico spunto che ci ha regalato la giornata di lunedì è da attribuire al dato positivo sulla produzione industriale tedesca che ha fatto segnare un aumento dello 0.4% a dispetto di una previsione che la dava in ribasso di 0.4 punti percentuali. Questo, unito alla sensazione di un sempre meno probabile sostanzioso taglio dei tassi di interesse statunitensi (si prevede infatti che durante il prossimo FOMC a fine aprile si propenda per un taglio di un solo quarto di punto piuttosto che di 0.75 come si poteva pensare qualche tempo fa) ha fatto si che la moneta unica europea resistesse al tentativo di recupero che aveva provato il dollaro nei giorni passati.
Da segnalare anche il dato riguardante i permessi di costruzione in Canada in calo dell'1.0% che confermano il momento non splendido attraversato dal settore immobiliare oltre oceano.
Martedì, è stato invece più movimentato grazie alle notizie provenienti dagli states che hanno visto protagonista il settore immobiliare, in crisi sia negli Stati Uniti (come ormai consuetudine ) sia nel Regno Unito.
L’indice Halifax sui prezzi delle case in Gran Bretagna ha infatti rivelato come i prezzi di queste ultime siano in calo rispetto al mese precedente facendo segnare un calo di ben 2.5 punti percentuali; per quel che riguarda gli states invece il dato sulla vendita delle abitazioni ha segnalata per l’ennesima volta come il settore immobiliare si colloca tra i protagonisti indiscussi della recessione a stelle e strisce.
Se il dollaro, ormai abituato a dati macroeconomici fortemente negativi, ha tenuto bene , la sterlina ha accusato il colpo perdendo posizioni nei confronti delle principali valute ed in particolare nel cross con la moneta unica europea è arrivata ormai a sfondare quota 0.8000 con nessuna prospettiva di recupero nel breve.
Mercoledì è ha fatto da preludio a quello che sarebbe successo giovedi con i numerosi dati macroeconomici statunitensi che hanno iniziato ad indebolire nuovamente il biglietto verde: l'indice wholesale investories e quello sulle scorte di greggio infatti si sono rivelati negativi per l'economia statunitense.
Giovedì è stata la giornata del massimo storico dell’ EUR/USD con i vari cross che hanno subito le pressioni e le aspettative del mercato nei confronti delle decisioni delle due banche centrali Europea e Britannica in materia di costo del denaro: come ampiamente previsto la banca centrale del regno unito ha deciso di abbassare il costo del denaro al 5.0% di un quarto di punto mentre la banca centrale europea ha deciso di mantenere invariati i tassi al 4.0% confermando il proprio atteggiamento neutrale privilegiando il mantenimento e la stabilità dei prezzi a scapito dell'espansione economica. Di diverso avviso sembrano essere le autorità statunitensi che vedono sempre più inevitabile un ulteriore taglio di un quarto di punto del costo del denaro nella prossima riunione della FOMC in programma il 29/30 di aprile.
Per quel che riguarda i dati provenienti dall'economia a stelle e strisce invece giovedì è stata una giornata ambigua: se da una parte le richieste di disoccupazione si sono rivelate in calo ( 357K vs. 410K) bisogna anche riportare il dato riguardante la bilancia commerciale che ha aumentato il suo deficit arrivando a -62.3 bilioni di dollari.
Venerdì infine è stata una giornata abbastanza povera a livello macroeconomico con il solo dato riguardante l’indice dei prezzi alle importazioni che ha segnato un aumento del 2.8% a dispetto di una crescita dello 0.2% del mese precedente.

lunedì 7 aprile 2008

In attesa di segnali importanti


Il mercato valutario è ormai in balia delle evoluzioni riguardanti il dollaro e di conseguenza lo stato dell’economia statunitense.

E' evidente infatti come si attenda un segnale di recupero da parte dell’economia a stelle e strisce che permetta al biglietto verde di recuperare posizioni sul mercato e sui principali cross.
La settimana appena trascorsa è stata un ottimo esempio di come sta funzionando il mercato in questi ultimi mesi: la volatilità nel breve periodo infatti è abbastanza elevata ed è causata, oltre che da eventuali correzioni e movimenti di natura tecnica da parte dei vari cross, soprattutto dai dati macroeconomici pubblicati durante la giornata ed in particolar modo dai dati riguardanti l’economia oltre oceano.
A questo proposito possiamo riassumere i principali indici pubblicati negli ultimi giorni che maggiormente hanno influenzato l’andamento delle valute: se l’inizio della settimana non ha dato spunti di rilievo con il solo dato sul Gross Domestic Product britannico ( in crescita dello 0.6%) pubblicato lunedì, abbiamo poi assistito martedì e mercoledì a due giornate ricche di dati particolarmente positive riguardanti gli States che hanno spinto il biglietto verde a recuperare posizioni contro Euro e Sterlina. L’indice ISM del settore manifatturiero ha fatto segnare valori inaspettatamente positivi posizionandosi a 48.6, ancora sotto quota 50.0 ma ben al di sopra dei 47.5 previsti dagli analisti del settore; per quel che concerne invece l’indice ADP sulla disoccupazione è stata constatata una diminuzione della stessa nell’ultimo periodo.
Se da una parte abbiamo questi dati, dall’altra dobbiamo però comunque riportare le parole del presidente della Federal Reserve che mercoledì, nel corso della sua conferenza stampa, ha per la prima volta parlato apertamente di recessione confermando che nel primo semestre del 2008 l’economia statunitense potrebbe trovarsi in difficoltà per poi però riprendersi, sempre secondo Bernanke, nel corso della seconda parte dell’anno.
A conferma di queste parole sono poi arrivati i dati riguardanti gli ordini all’industria in calo di oltre 1.3 punti percentuali ben al di la delle pur negative previsioni del mercato; da segnalare anche il dato diffuso giovedì sulle richieste di disoccupazione che sono arrivate a quota 407K contro le 366K previste.
A conferma del periodo di estrema volatilità ed incertezza è stato annunciato subito dopo l’indice ISM riguardante questa volta il settore non manifatturiero che si è rivelato in crescita sfiorando la soglia psicologica dei 50.0.
La settimana si è infine chiusa male per il dollaro con gli ultimi dati riguardanti l’economia statunitense che hanno visto salire il livello di disoccupazione al 5.1%.
Per quel che riguarda l’Eurozona non ci sono stati dati di particolare rilievo per il mercato eccezion fatta per il dato abbastanza preoccupante sulle vendite al dettaglio riguardante il mese appena trascorso che hanno fatto registrare una diminuzione percentuale dello 0.5% a dispetto di una previsione che le dava in crescita dello 0.2%.

venerdì 4 aprile 2008

Instabilità


Giornata caratterizzata da forti oscillazioni nel mercato valutario quella a cui abbiamo assistito ieri; la causa principale è da attribuire a notizie e dati contrastanti arrivati da oltreoceano riguardanti l'economia a stelle e strisce.

Se nel primo pomeriggio il dato sulle richieste di disoccupazione ha dato l'ennesima conferma dello stato di recessione in cui naviga l'economia statunitense (407K contro 366K) nel tardo pomeriggio, ora italiana, è stato reso noto il dato sull'ISM Non-MAnufacturing che ha fatto segnare un valore nettamente superiore alle previsioni degli analisti che lo davano in ribasso a 48.5 mentre è risultato essere prossimo a 49.6.
I principali cross comunque non hanno subito grosse variazioni orsillando in range piuttosto contenuti: l'EUR/USD è rimasto attorno a quota 1.5600 mentre la sterlina ha avuto un'impennata nel pomeriggio arrivando a suuperare quota 1.9950 nei confronti del dollaro.
Oggi giornata rica di dati importanti a livello macroeconomico provenienti sopratutto dagli States che potrebbero fornire segnali interessanti per aprire posizioni contro dollaro.

lunedì 31 marzo 2008

In fase di consolidamento


Ancora molti quesiti aperti circa il prolungarsi e l’effettivo impatto della attuale crisi finanziaria sull’economia reale; dai mercati si scorgono comunque alcuni timidi segnali di ripresa
che potrebbero allentare i timori degli investitori e favorire l’avvio di una fase di consolidamento, in attesa di
avere nuovi elementi per valutare la reale portata dell’attuale crisi finanziaria, creando le premesse per una
successiva potenziale estensione dei recuperi in atto. I rendimenti dei Treasury, sembrano aver interrotto il
trend ribassista delle ultime settimane, in favore dell’avvio di una fase di consolidamento. Più delicato il
quadro sul mercato dei cambi con il dollaro ancora vicino ai minimi storici contro euro, ma con prime
evidenze di un potenziale recupero messo a segno la scorsa settimana quando, in sole cinque sedute, è
riuscito a recuperare oltre 5 figure passando da 1,59 a 1,5350.
I primi timidi segnali di un potenziale miglioramento della situazione potrebbero trovare conferma
nell’andamento di alcune variabili macroeconomiche, almeno in Europa, dove l’andamento dell’indice Ifo
sull’economia tedesca ha sorpreso al rialzo. Negli Stati Uniti a febbraio l’andamento delle vendite di case
esistenti ha registrato la prima variazione positiva dopo sei mesi di costante ribasso, ma vi sono ancora
numerose indicazioni contrarie in un contesto sicuramente dominato dall’incertezza.
Sul fronte macroeconomico, in Eurolandia i dati sulla crescita diffusi in settimana sono stati leggermente
migliori rispetto alle attese. Buono anche l’andamento degli ordini industriali di gennaio per la zona euro,
mentre le cattive notizie vengono dal fronte dei prezzi. Ulteriori indicazioni sul futuro andamento economico
verranno in settimana dagli indici dei Direttori degli acquisti (Pmi), definitivi per il mese di marzo.
Dagli Stati Uniti, nonostante che le vendite della case esistenti a febbraio abbia sorprendentemente
registrato un segno positivo, le prospettive restano improntate ad un possibile ulteriore peggioramento della
crescita economica, che per molto analisti è già di fatto recessione: l’indice anticipatore sulle prospettive
economiche, il cosiddetto “indicatore di direzione”, risulta negativo anche a febbraio (si tratta della quinta
rilevazione negativa consecutiva) ed anche gli indicatori di fiducia sono su valori minimi. Anche diversi
indicatori sul mercato del lavoro segnalano il pessimismo che si sta diffondendo; in settimana verranno a tal
proposito diffuse le statistiche sul mercato del lavoro relative a marzo: al momento il consenso di mercato
ipotizza una riduzione di quasi 50mila posti lavoro.