lunedì 25 maggio 2009

Trend or not?


Siamo arrivati finalmente all’inizio di un primo vero trend per l’Eur/Usd dopo la crisi? Questa è la domanda che circola in modo più insistente tra gli operatori del mercato valutario. Dopo settimane di trading range e cross che oscillava lateralmente senza prendere una direzione ben precisa la moneta unica europea ha dato un vero e proprio strappo al rialzo che ha fatto passare il cross da 1,3495 a 1,4029 con un movimento che ha colto di sorpresa il mercato che si attendeva un ritracciamento in area 1,37.
Le motivazioni di questo movimento rialzista sono da ricercare, in parte, nei dati macroeconomici resi noti nel corso di questa settimana che hanno visto premiare l’economia europea a dispetto di un’economia statunitense che risulta essere ancora molto in difficoltà: il primo movimento rialzista del cross si è infatti verificato in concomitanza della pubblicazione dell’indice ZEW dell’economia europea in netto rialzo a 28.5 rispetto alla rilevazione precedente che lo vedeva a 11.8, mentre nella stessa giornata venivano rilasciati i dati riguardanti il malridotto settore immobiliare statunitense che ha visto calare i cantieri immobiliari e i permessi edili rispettivamente a 0,46M e 0,49M.
Ma quello che ha realmente danneggiato la valuta a stelle e strisce è stata la condizione dei principali istituti di credito statunitensi che risultano essere ancora in grave crisi: Alan Greenspan, ex presidente della Fed, in una recente intervista ha avvertito che la crisi finanziaria non si è per nulla conclusa nonostante i forte calo del costo del denaro; l’ex presidente ha inoltre sottolineato la crisi del settore immobiliare, notando che, finchè il prezzo delle case continuerà a diminuire il Paese correrà il rischio di assistere ad una crisi immobiliare molto seria.
A tal proposito va ricordato il fallimento di BankUnited, ennesima banca vittima della crisi finanziaria che costituisce il 34esimo default del 2009 e sicuramente il più grave dell’anno con 4,9 miliardi che dovranno essere pagati dalla Federal Deposit Insurance Corporation.
La causa della pessima performance del dollaro di quest’ultima settimana va però anche ricercata nel pessimismo che pervade il mercato nei confronti degli Stati Uniti, il cui elevato debito pubblico inizia a preoccupare.
Standard & Poor’s con la decisione di mettere sotto osservazione negativa l’outlook della Gran Bretagna per il suo elevato indebitamento ha fatto preoccupare il mercato per quel che riguarda il rating degli USA che potrebbero così il rating più alto.
Sarà interessante quindi vedere quello che succederà con l’inizio della prossima settimana che ci dirà se vedremo un probabile ritracciamento del mercato o un definitivo rialzo del cross che spianerebbe la strada al primo grande trend di questo periodo.

mercoledì 20 maggio 2009

Trading range


Tutto secondo previsoni. Nonostante la forte volatilità ed incertezza questo mercato inizia a far intravedere alcuni segni di ripetitività e, azzardando, di prevedibilità.
I cross più importanti sono ormai entrati quasi tutti in una fase di trading range laterale, che seppur molto ampio, rimane sempre molto costante. L'inizio settimana aveva visto il dollaro recuperare posizioni e riportarsi sotto quota 1,35; ma tutto faceva pensare che dopo aver testato i supporti a 1,3428 sarebbero bastati pochi dati positivi per la valuta unica europea per far ritornare il cross sopra 1,36.
L'indice ZEW rivelatosi essere più positivo rispetto alle attese (28.5 vs 11,8) ha dato una mano in tal senso riportando il cross a 1,3661; molto probabilmente vedremo tra oggi e domani un ritracciamento del grafico che sembra destinato ad oscillare in questo trading range per qualche settimana.

lunedì 11 maggio 2009

Volatilità ed incertezza


L’instabilità e le incertezze che caratterizzano le più importanti economie mondiali si riflettono in pieno sul mercato delle valute creando oscillazioni consistenti ed impedendo ai cross di intraprendere un trend di lungo periodo.
Sulla volatilità dei cross influiscono come al solito i dati macroeconomici che giornalmente vengono divulgati ma come più volte abbiamo ricordato sono soprattutto i rumors e le dichiarazioni dei vertici delle banche centrali a far “ballare” cross; gli eventi più importanti di questa settimana sono state le dichiarazioni di Trichet e Bernanke riguardanti rispettivamente il taglio dei tassi di interesse ed i risultati dello stress test sui principali istituti di credito statunitensi oltre che la “solita” grande quantità di dati macroeconomici riguardanti l’economia a stelle e strisce.
Ad accomunare le dichiarazioni dei due leader delle banche centrali è stata la convinzione che la crisi terminerà entro la fine dell’anno e che le rispettive economie saranno in grado di ricominciare a crescere al più tardi entro l’inizio del prossimo anno.
Il capo della BcE nel corso della conferenza che ha seguito la decisione di portare il costo del denaro in zona Euro da 1,25% al 1%, ha affermato che questo livello dei tassi è perfettamente coerente con la condizione economica attuale ma che non si è ancora arrivati al livello più basso lasciando così trapelare la possibilità di un ulteriore taglio entro la fine dell’anno.
La mossa della banca centrale europea era già stata scontata dal mercato ma le parole di Trichet, che ha parlato anche dell’intenzione di acquistare 60 miliardi di euro di obbligazioni per aiutare il mercato domestico, hanno dato una forte spinta all’Euro che ha guadagnato posizioni nei confronti del dollaro portandosi sopra 1,34 con forti oscillazioni che hanno portato il cross ad ondeggiare per quasi 200 punti.
Una mano alla valuta unica europea l’ha data la pubblicazione dei risultati dello stress test effettuato su 19 grandi istituti di credito statunitensi: dieci dei 19 istituti sottoposti al test del governo Usa avranno bisogno di aumentare di 74,6 miliardi di dollari complessivi per le proprie finanze. A guidare la lista è Bank of America con 33,9 miliardi di dollari, segue Wells Fargo con 13,6 miliardi, 11,5 per GMAC e 5 5 per Citigroup.
Lo stress test era volto a stimare le conseguenze che potrebbero avere questi istituti nel peggiore degli scenari, cioè nel caso in cui l’economia non dovesse riprendersi, ed il risultato è stato un più che preoccupante 600 miliardi di perdite complessive entro la fine del 2010.
Meno prevedibile forse il movimento del cross Eur/Usd nella giornata di venerdì; quando sembrava destinato a rimanere in un trend laterale attorno quota 1,3410,in concomitanza con l’uscita dei dati macroeconomici statunitensi infatti il cross è passato da 1,3400 a 1, 3515.
Nel mese di aprile si è verificato ancora un forte calo del numero di occupati nel settore non agricolo statunitense che ha visto diminuire la forza lavoro di 539.000 unità che sommandosi ai dati precedenti formano una perdita complessiva di posti di lavoro in questo settore da dicembre 2007 di circa 5.7 milioni.
E’ stato pubblicato anche il dato riguardante il tasso di disoccupazione che è balzato all’8,9% dall’8,5% dello scorso mese arrivando a toccare uno dei livelli più alti degli ultimi 20 anni.
La reazione del cross a livello tecnico però è sembrata spropositata per reale entità di due dati ampiamente previsti dal mercato; i possibili scenari del cross ora vedono la possibilità di un ulteriore rialzo del cross che dopo aver toccato più volte in settimana le resistenze a 1,3245 sembra destinato a testare quota 1,3581.

venerdì 8 maggio 2009

Tassi ai minimi storici in Europa


Era ampiamente previsto, ma la decisione di Trichet e degli organi della BcE ha creato comunque molto movimento sul mercato dei cambi, in particolare ovviamente nel cross Eur/Usd.
Se il taglio dei tassi, portati all'1%, era gia stato scontato dal mercato, ciò che ha creato un po di movimento (quasi 200 pip in poche ore) sono state le parole dei vertici della banca centrale che hanno dichiarato che i tassi sono perfettamente in linea con la situazione e che questo non è il livello minimo a cui si potrà arrivare, lasciando trapelare la possibilità di un ulteriore abbassamento del costo del denaro entro fine anno.
Il numero uno della BcE ha poi comunicato di essere pronto ad acquistare circa 60 miliardi di obbligazioni per supportare l'economia europea che, sempre secondo Trichet entro la fine dell'anno stopperà la crisi e ricomnicerà a crescere.
Ulteriore notizia di rilievo è giunta dagli States; è arrivata l'ufficialità per i rumors che giravano da ore e che annunciavano i risultati degli stress test. Bernanke ha infatti confermato come 10 istituti su 19 abbiano bisogno di ricapitalizzazione e si dice che uno di questi da solo avrebbe bisogno di circa 34 miliardi di dollari.
Per quel che riguarda le valute, l'Eur/Usd dopo lo scossone derivante dalle dichiarazioni di Trichet si è riassestato in range ondeggiando attorno quota 1,3410 con possibilità di intraprendere nei prossimi giorni un canale laterale abbastanza ambio che lascerà spazio a numerose operazioni intraday.
Molta attenzione anche per la giornata di oggi che vede la pubblicazione di dati macroeconomici importanti tra i quali la produzione industriale tedesca e il tasso di disoccupazione statunitense.

mercoledì 6 maggio 2009

Stress test


Il numero uno della Federal Reserve, Bernanke, lancia segnali di ottimismo che non convincono il mercato che attende i risultati degli stress test sui principali istituti di credito statunitensi.
Bernanke ha detto che con tutta probabilità l'economia a stelle e strisce si stabilizzerà e comincera a crescere nuovamente entro la fine di quest'anno solare; il mercato come detto, non sembra aver dato molto credito a queste parole come testimonia l'andamento del dollaro che nelle ultime ore ha perso molte posizioni nei confronti dell'Euro portandosi a toccare quota 1.3331.
Un momento molto importante per capire le prospettive future di questo cross potrebbe essere la pubblicazione dei risultati degli stress test effettutati sui principali enti creditizi statunitensi che avverà molto probabilmente nella giornata di giovedì; si parla della necessità di ricapitalizazzione anche per Citigroup e Bank of America.
Positive invece le notizie per quel che riguarda il settore immobiliare che ha visto crescere la vendita di case già esistenti di un 3.2% ben superiore allo 0,1% previsto dagli analisti di settore.

lunedì 4 maggio 2009

Banche centrali al lavoro

Dopo il week end lungo incomincia una nuova settimana che si prevede essere ricca di eventi macroenomici e di spunti operativi che influenzeranno notevolmente il "sensibile"mercato dei cambi.
Oltre ai soliti rumors che si susseguono dagli States riguardo lo stato di salute dei più importanti istituti di credito e sulle principali case automobilistiche questa settimana ci riserva numerosi meeting delle banche centrali.
Si comincia martedì con la banca centrale australiana che dovrebbe mantenere i tassi al 3.00%, e si proseguirà giovedi con la riunione della Bank of England; ma l'eneto più atteso riguarda sicuramente il meeting dei vertici della Banca centrale Europea che dovrebbero decidere per un ulteriore taglio del costo del denaro di altri 0,25 basis points.
In un ottica più pratica sarà interessante vedere come il cross Eur/Usd che da qualche giorno è entrato in un canale laterale tra 1.3385 e 1.3208, reagirà alle notizie provenienti da questo meeting oltre che dai risultati dello stress test effettuato sui principali istituti finanziari statunitensi nelle scorse settimane.
L'idea è che le notizie che giungeranno questa settimana saranno fondamentali per capire il reale andamento del cross che vive, da tempo ormai, una fase di assoluta incertezza ed imprevedibilità.