lunedì 29 marzo 2010

L’effetto Grecia .


Dopo una settimana nervosa e caratterizzata da una consistente volatilità, il mercato valutario sembra premiare la valuta unica europea che raccoglie così i frutti delle decisioni prese dal consiglio dell’Unione, in particolare dall’accordo tra Germania e Francia, riguardante le modalità di aiuti da fornire all’economia ellenica.
Per capire le reazioni del mercato proviamo a capire in cosa consiste questo accordo che mette d’accordo tutti ma forse non soddisfa nessuno; la più grande preoccupazione dei vertici politici dell’Eurozona era la pericolosità della creazione di un precedente che avrebbe permesso ad altre economie in difficoltà (vedi Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia) di richiedere i medesimi aiuti economici e le medesime sovvenzioni eventualmente accordate alla Grecia da UE e FMI.
I timori di Germania, Francia e dei paesi membri dell’UE riguardavano però anche la pericolosità per la stabilità dell’unione economica del default dell’economia greca; la soluzione più ovvia allora la si è trovata in un mix di finanziamenti Ue-Fmi in cui però i prestiti dei paesi zona-Euro saranno preponderanti.
I dettagli dell’accordo chiariscono come sono previsti una serie di prestiti bilaterali, coordinati e volontari, proporzionati alla quota del capitale di ogni paese nella Bce, ed erogati a tassi di mercato.
L’erogazione dei prestiti prevede anche un coordinamento ed una supervisione da parte di un “governo economico” appositamente costituito e dall’approvazione unanime di tutti e sedici i paesi dell’unione.
Le modalità e l’entità ( la somma totale dovrebbe aggirarsi attorno ai 22 miliardi di Euro) non sembrano soddisfare né il governo Greco che si sarebbe aspettato condizioni ben più favorevoli per la concessione dei prestiti, né Trichet che ha mal digerito l’inserimento del Fmi nell’accordo.
Il malcontento dei vertici Ue ha inizialmente lasciato indeciso il mercato ed ha portato la valuta unica ad oscillare tra 1.3420 e 1.3270; le dichiarazioni distensive di Trichet, che si è detto contento e soddisfatto dell’accordo tra i governi europei, hanno poi dato una forte spinta all’Euro che in mattinata ha testato quota 1.35.
Per quel che riguarda l’economia statunitense invece, non ci sono grandi novità da segnalare, come testimoniano le parole del capo della Fed, Bernanke che ha ripetuto come i tassi prossimi allo zero rimarranno tali per molto tempo ancora.
L’attenzione del mercato questa settimana sarà riposta sui dati macroeconomici statunitensi che saranno fondamentali per supportare il dollaro che dopo la soluzione del “caso Grecia” dovrà cercare di resistere al recupero della valuta unica europea che potrebbe beneficiare della tranquillità ritrovata per provare un’inversione di trend.

lunedì 22 marzo 2010

Tentativo di recupero fallito per la moneta unica europea.


L’inizio della scorsa settimana è stato all’insegna dell’euro che approfittando del momento di difficoltà del dollaro e dell’economia statunitense aveva illuso il mercato ritornando a toccare quota 1,3817 e testando i massimi degli ultimi mesi.
La corsa dell’euro è però durata poco appesantita e rallentata dal “problema Grecia” che si trascina senza trovare una conclusione; decisioni a riguardo potrebbero essere prese nel corso di questa settimana che vedrà protagonista il consiglio dell’UE che si riunirà giovedì 25 marzo, e presenterà il piano da 25 miliardi che sarà l’ultimo, estremo tentativo di aiuto all’economia ellenica prima del ricorso al Fondo Monetario Internazionale.
Da capire a questo punto quale sarà la posizione dei paesi come la Germania, che fino ad ora si sono fortemente opposti al piano di salvataggio che rappresenterebbe un grave e pericoloso precedente nella storia economica dell’Unione.
Germania che però a breve potrebbe entrare nell’”occhio del ciclone” se verranno confermate le indiscrezioni pubblicate dal quotidiano tedesco Die Welt che stima l'esposizione complessiva in 6,2 mld mentre nelle statistiche ufficiali vengono dichiarati solo 1,9 mld; nell’articolo, l’economista Bernd Raffelhueschen spiega come “più dell'indebitamento visibile di Stato federale, Regioni e comuni pesano i debiti nascosti dello stato sociale'.
Come sempre accade in questi casi, l’incertezza e la confusione che avvolge l’economia europea hanno spinto il mercato ad investire sulle cosiddette valute rifugio come Dollaro e Yen che infatti negli ultimi giorni della settimana hanno recuperato molte posizioni in particolar modo nei confronti dell’Euro.
A spingere la valuta statunitense sono stati però anche i dati macroeconomici molto positivi pubblicati settimana scorsa che hanno visto l’indice sullo stato di salute dell’economia pubblicato dalla Federal Reserve di Philadephia salire a quota 18.9, in netto miglioramento rispetto a 17.6 della rilevazione precedente e delle previsioni che lo davano stabile.
Positivo anche il dato sulle richieste di sussidi alla disoccupazione che sono calati nell’ultima settimana a 457k vs. 462k della rilevazione precedente; interessante sarà ora capire come la riforma della sanità del governo Obama appena approvata dal senato statunitense influenzerà il mercato e quindi il dollaro.
La sensazione è che il cross Eur/Usd sia destinato a rimanere in una zona di trading range laterale compreso tra 1,3620 e 1,35 a lungo prima di testare in modo convincente i supporti e le resistenze di medio periodo a quota 1.3860 e 1.2880.
Da segnalare infine il periodo molto positivo del franco svizzero che si è portato sotto quota 1,4340 nel cross con l’euro confermandosi una delle valute più forti in questo momento al contrario della sterlina la cui tanto invocata ripresa sembra ancora lontana dal realizzarsi.
Settimana comunque ricca di spunti per il mercato che oltre ad attendere le decisioni del consiglio dell’Unione Europea seguirà con attenzione l’evolversi della situazione statunitense ed i “soliti” dati sull’occupazione e sugli ordinativi delle industrie americane.

lunedì 15 marzo 2010

Il dollaro soffre, resiste e riparte.


Fine settimana difficile per la valuta statunitense che cede posizioni nei confronti di quasi tutte le valute estere ma che nelle prime ore di questa settimana lascia trasparire una forza per un recupero importante.
Analizzando i principali cross valutari che vedono interessato il biglietto verde notiamo come sia l’Euro che la Sterlina venerdì abbiano testato le resistenze di breve periodo; l’Eur/Usd è arrivato a testare quota 1,3800 ritornando sui livelli di un mese fa per poi ritracciare verso quota 1,3700 ad inizio giornata sulla scia dell’ottimismo riguardante l’economia statunitense.
Discorso differente invece va fatto per il cable che negli ultimi giorni della scorsa settimana ha tentato un’inversione del trend in atto da inizio anno riportandosi sopra quota 1,5200; la sensazione è che il cross sia in una fase di incertezza e che questa settimana sarà decisiva per capire se la sterlina riuscirà a tenere o se il cross sia destinato a testare i supporti di un anno fa a quota 1,4600.
Dal punto di vista macroeconomico il sentiment del mercato vive una fase di grande incertezza su cui pesano le crisi del debito di Dubai e della Grecia che dopo essere esplose si sono lentamente riassorbite senza un vera e propria exit strategy.
Per quel che riguarda l’economia ellenica sarà interessante capire cosa deciderà la riunione mensile dei ministri finanziari della zona euro che inizierà oggi e terminerà domani e che avrà come oggetto di discussione appunto le ipotesi di supporto alla Grecia.
Sul tavolo Ecofin ci sarà un piano del commissario all'economia Rehn per offrire alla Grecia tassi agevolati per i 25 miliardi di euro che si stima essere la cifra necessaria all’economia nei prossimi due mesi.
Dall’altra parte dell’oceano arrivano notizie contrastanti per l’economia statunitense; se da una parte le vendite al dettaglio hanno registrato un incremento dello 0.3% nel mese di febbraio dall’altra il dato preliminare sul sentiment dei consumatori rilasciato dall’Università del Michigan ha fatto segnare un calo da 73.6 a 72.5.
Interessante notare in questo scenario così poco chiaro come stando al Professional Global Confidence Index monitorato da Bloomberg, e che misura le aspettative sull'outlook dell'economia globale, il biglietto verde sia destinato a correre nei prossimi sei mesi.
L’ottimismo deriverebbe dalla convinzione che l’economia statunitense sarà la prima a ripartire in modo consistente rispetto a Europa e Giappone; secondo gli economisti intervistati Bernanke sarà il primo a dare il via al rialzo dei tassi di interesse se non alla fine di quest’anno all’inizio del prossimo.
La settimana che è appena cominciata sarà ricca di dati macroeconomici che potranno chiarire le idee al mercato ed far intraprendere ai cross trend più precisi: si inizierà oggi pomeriggio con i TIC Long-Term Purchases statunitensi, per proseguire poi con l’indice ZEW tedesco e la riunione FOMC ( con relativa decisione sui tassi) martedì, per finire con il dato sulle richieste di sussidi alla disoccupazione atteso per giovedì.

lunedì 8 marzo 2010

Il sentiment positivo del mercato spinge la valuta unica europea sopra 1,37.


La scorsa settimana, ed in particolare gli ultimi giorni, sono stati molto positivi a livello macroeconomico per l’economia statunitense, ma nonostante ciò il cross Eur/Usd si è riportato sopra quota 1,37 anziché testare le resistenze a 1,34.
Le ragioni di questo movimento sono da ricercare nell’emotività di un mercato che molto spesso si lascia trascinare da dichiarazioni e speranze che molto spesso si rivelano poco veritiere; la reale causa del recupero dell’Euro è infatti da attribuire alla riduzione delle preoccupazioni riguardanti l’economia greca ed il suo debito.
Le ultime notizie parlano infatti di un gran numero di obbligazioni “piazzate” sul mercato (si parla già di 5 miliardi) e della messa a punto di un piano di tagli alla spesa pubblica per quasi 4,8 miliardi di euro che uniti alle dichiarazioni confortanti di Sarkosy e Merkel riguardanti possibili aiuti da parte di Francia e Germania hanno creato una spirale di ottimismo che è sfociata in grandi volumi di acquisti della valuta unica europea.
Come si può facilmente immaginare, la crisi dell’economia greca rimane tuttora in una fase difficile e se fino a pochi giorni fa sembrava che questa situazione poteva addirittura far saltare l’intera unione economica europea non possiamo essere così ingenui da pensare che in un paio di giorni si sia riusciti a risolvere tutto.
Se invece il mercato avesse focalizzato la propria attenzione sui dati macroeconomici pubblicati nel corso della scorsa settimana avrebbe sicuramente premiato l’economia statunitense che ha visto i non-farm payrolls scendere meno delle previsioni ( -36k contro i -75k delle previsioni) ed il tasso della disoccupazione scendere a quota 9,7%.
Per questo inizio settimana non sono attesi dati di grande rilievo e quindi il mercato continuerà a seguire il sentiment giornaliero.
Per quel che riguarda le altre valute, va confermato il recupero della sterlina che dopo aver toccato quota 1,4778 nei confronti del dollaro si è riportata fino a quota 1.5194 lasciando presagire una continuazione del trend positivo anche in questo inizio settimana; stesso discorso vale per il cross con lo Yen che nelle ultime sedute ha perso molte posizioni anche nei confronti di Dollaro ed Euro.