lunedì 30 marzo 2009

G20 e tassi di interesse alle porte


La settimana appena conclusa è stata una delle più concitate a livello macroeconomico degli ultimi mesi ma quella che è cominciata oggi non sarà certo da meno.
E' la settimana del G20 londinese, della decisione sui tassi di interesse europei, dell'indice Tankan giapponese e dei payroll statunitensi; potremmo essere quindi di fronte ad ua settimana che potrebbere stravolgere qualche rapporto di cambio e dare una direzione precisa a qualche cross anche se per quel che riguarda una prospettiva di medio lungo periodo, provare ad azzardare qualche previsione è praticamente impossibile.
L'enorme quantita di dati, variabili ed imprevisti che ci riservano i prossimi mesi invita tutti a guardare giorno per giorno i vari cross ed a prendere decisioni di investimento con prospettive temporali molto brevi.
E' un mercato che, in questo momento, sembra fatto apposta per coloro che operano in intraday e che, pur essendo molto rischioso a causa dell'elevata volatilità, offre molte possibilità di guadagno.
Da tenere d'occhio quindi in particolar modo il cross Eur/usd che a partire da giovedì, giorno d'inizio del G20 e del meeting della Bce, potrebbe regalarci qualche grosso movimento, che a detta di molti analisti dovrebbe consolidare ed aumentare il recupero del biglietto verde degli ultimi giorni.

giovedì 26 marzo 2009

Geithner agita il mercato dei cambi


Se è vero che i dati macroeconomici non riescono più ad influire come un tempo nell'arduo compito di creare un trend è anche vero che ogni dichiarazione di un esponente di una Banca Centrale crea il caos sul mercato valutario.
Ennesima controprova di quanto appena detto è stata la giornata di ieri che ha visto il mercato dei cambi, ed in particolare i cross riguardanti il dollaro statunitense, subire una volatilità impressionante con il cross Eur/Usd che è passato in pochi minuti da 1.3460 a 1.3640 per poi ritracciare poco dopo.
Quale è stata la causa scatenante di tutto ciò? A dispetto dei numerosi dati macroeconomici in agenda ieri (tutti positivi per l'economia statunitense) a creare il panico sono state le dichiarazioni del Segretario del Tesoro americano Paul Geithner che durante la sua conferenza si è detto favorevole ad un possibile passaggio all'utilizzo di DSP come valuta di riserva internazionale in sostituzione del biglietto verde.
Subito dopo, c'è stata la ritrattazione, quasi totale, di Geithner che ha ribadito l'assoluta forza del dollaro ed il ruolo imprescindibile dello stesso come valuta principale per le transazioni internazionali.

giovedì 19 marzo 2009

La FED compra 300 miliardi di Treasury


Federal Reserve ancora una volta protagonista del mercato valutario. Dopo qualche giorno di relativa quiete le notizie giunte dagli states hanno dato uno scossone al mercato.
Molto attese erano le decisioni da parte della Fed riguardanti il livello dei tassi di interesse e sopratutto l'acquisto di Treasury; se la possibilità di lasciare la forchetta dei tassi invariata tra lo 0 e lo 0.25% era data per scontata vista la necessità di far ripartire l'economia reale, 300 miliardi di dollari di acquisto di Treasury a lunga scadenza non erano prevedibili.
Si tratta evidentemente di una decisione con valenza storica atta a dare ulteriore slancio ad un'economia reale che ha un disperato bisogno di risollevarsi; buon segnale a tal proposito è stato il dato sull'indice dei prezzi al consumo statunitensi che sono aumentati dello 0.2%.
In tutto ciò chi ci ha rimesso è stato il dollaro che ha perso posizioni in quasi tutti i cross, in particolar modo nel cambio più importante con l'Euro è passata in pochi minuti da 1.31 a ssopra quota 1.33 proiettandosi verso una caduta che potrebbe essere ben più sostanziosa.

lunedì 16 marzo 2009

La SNB smuove il mercato


Giorni di grande fermento per il mercato valutario. Le ultime settimane hanno regalato notizie e movimenti straordinari sui mercati azionari ma sembrava che il mercato valutario fosse immune da questo tipo di movimenti.
A dispetto dei dati macroeconomici, la maggior parte dei cross mantenevano un trend laterale nonostante la grande volatilità e le oscillazioni consistenti.
Questo trend è però stato interrotto giovedì dalle decisioni prese dalla banca nazionale svizzera: qualche settimana fa avevamo parlato della necessità da parte di quasi tutti i paesi di svalutare la propria valuta per far ripartire le economie messe a dura prova da questa crisi.
In questa direzione è andata la banca centrale svizzera, che ha dopo aver annunciato l’ennesimo taglio al costo del denaro (portato a 0,25%) ha manifestato la propria intenzione di compiere una vera e propria azione sul mercato dei cambi comprando grossi quantitativi di valuta estera (euro o dollaro) con il solo obiettivo di far apprezzare la valuta nazionale e far ripartire l’economia elvetica.
Per il mercato dei cambi si è trattata di una notizia che ha creato movimenti consistenti in tutti i cross con il franco svizzero in particolare contro Euro e Dollaro: i due cross hanno seguito un percorso speculare ed hanno “subito” il dato muovendosi al rialzo con l’Eur/Chf che è passato in poche ore da 1,4761 a 1,5394 e l’Usd/Chf da 1,1552 a 1,1966.
L’Eur/Usd ha rotto le resistenze poste a quota 1,2720 ed ha raggiunto quota 1,2956 sfiorando il massimo relativo a 1,2991 con la possibilità di rompere anche la resistenza psicologica a 1,30 nelle prossime ore.
Passando ai dati macroeconomici pubblicati questa settimana notiamo come per quel che concerne l’Europa le notizie continuano ad essere negative mentre per quel che riguarda gli Sates gli ultimi giorni sono stati migliori rispetto alle previsioni, ma andiamo con ordine; l’ultimo bollettino pubblicato dalla BCE ha confermato le prospettive negative che vedono timidi segnali di ripresa solo nel 2010. Il prodotto interno lordo europeo ha subito una contrazione dell’1,5% nell’ultimo trimestre del 2008 e non è migliorato in questo 2009, le vendite al dettaglio del mese di febbraio sono risultate in aumento dello 0.1% in ribasso rispetto le previsioni che le vedevano in aumento dello 0.2%. Ben peggiore sono stati i dati riguardanti l’economia tedesca che ha visto crollare la produzione industriale di ben 7.5 punti percentuali nell’ultimo mese e gli ordini all’industria calare dell’8%.
Migliore è stata la settimana statunitense che dopo aver visto aumentare le richieste di sussidi alla disoccupazione a 654K nell’ultima settimana ha visto aumentare le vendite al dettaglio dello 0.7%.
Ad aumentare l’ottimismo nei confronti dell’economia statunitense hanno contribuito le parole di Bernanke che ha gettato ottimismo sulla situazione dei principali istituti di credito americani che, sempre secondo il capo della FED, non rischiano il fallimento. A sostegno di questa tesi è intervenuto anche il Ceo di Bank of America affermando che la banca non ha più necessità di avere aiuti dallo stato e che con molta probabilità chiuderà il 2009 addirittura in utile.
La giornata di venerdì ha infine portato un’ulteriore boccata di ossigeno con altri due dati positivi per l’economia statunitense. A marzo infatti, il dato preliminare sulla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti e’ salito a 56.6 punti dai 56.3 di febbraio; Il dato comunicato dall’università di Michigan e' superiore alle stime di mercato. Gli analisti di Wall Street si aspettavano una contrazione a 55.
Nel mese di febbraio ,infine, i prezzi all’importazione negli Stati Uniti hanno registrato una variazione negativa dello 0.2%, ma le attese degli analisti erano per una contrazione superiore, pari a -0.7%.

martedì 3 marzo 2009

Torna il panico sui mercati


Ennesima giornata nera per le borse di tutto il mondo con i listini azionari statunitensi ed europei in netto calo e con il panico che torna ad inisinuarsi sul mercato.
Nella giornata di ieri il Dow Jones ha perso il 4,24% scendendo sotto quota 7.000, ai minimi dal 1997, lo S&P ha perso il 4.66% ed il Nasdaq è arrivato a quota 1322,85; dati ceramente allarmanti che potrebbero avere delle ripercussioni anche sull'apertura delle piazze europee questa mattina.
Il mercato dei cambi tutto sommato ha reagito discretamente ed i cross non hanno fanno registrare oscillazioni di grande rilievo.
L'unico dato significativo da riportare, oltre al no dell'Unione Europea al fondo di aiuti per i paesi dell'Est, è la decisone della banca centrale Australiana di tenere i tassi invariati al 3,25%; questa decisione va nettamente in contrasto con la tendenza di questi ultimi mesi che ha visto portare quasi tutti tassi a zero.
Interessante sarà notare a tal proposito, come si comporterà oggi la banca centrale canadese che deve decidere se lasciare il costo del denaro invariato all'1.00% o abbassarlo di mezzo punto percentuale.

lunedì 2 marzo 2009

Emotività ed incertezza regnano sul mercato dei cambi


Parlare di mercati finanziari, e nel nostro caso valutario, mai come in questo periodo è diventato un compito davvero arduo.
Qualsiasi considerazione sulla condizione delle valute e sulle loro prospettive future rischia di essere confutata dopo pochi giorni se non dopo poche ore a causa di qualche dato macroeconomico inatteso o di dichiarazioni particolarmente “forti” di personaggi ai vertici delle più importanti economie.
L’unica cosa che possiamo fare quindi è procedere con i “piedi di piombo” e riportare ciò che sta succedendo nelle varie economie attraverso una breve lettura dei dati macroeconomici e vedere come reagiscono i principali cross valutari.
Osservando la situazione generale ciò che appare lampante è la volontà da parte di tutti di svalutare la propria moneta per permettere alle economie di trarne vantaggio.
Il mercato valutario in queste settimane vive molto di emotività e ciò fa si che i principali cross non prendano un trend ben preciso influenzati giornalmente dagli avvenimenti macroeconomici.
Analizzando quello che è successo questa settimana abbiamo una conferma dell’incertezza che si respira sul mercato valutario in questi giorni; lunedì mattina quando tutti erano ormai certi che l'Euro dovesse continuare a perdere posizioni nei confronti del Dollaro ed arrivare a toccare quota 1.20 ecco che il vertice economico di Berlino riporta fiducia all'unione europea e gli investitori la premiano con le borse in salita e l'euro che recupera posizioni riportandosi sopra quota 1.2900.
Tutto ciò sarà poi subito ribaltato dai rumors che parlano della possibilità di nazionalizzare CitiBank e Bank of America prospettata dall'amministrazione Obama che "come per magia" da nuova linfa a listini americani e al biglietto verde che riporta il cross a quota 1.2666.
La settimana è poi proseguita su questi stessi binari con il cross che in balia delle notizie ha oscillato tra 1.2900 e 1.2600 basso; nel complesso la situazione rimane critica con i due capi delle banche centrali Europea e Statunitense che cercano di professare ottimismo confermando però le difficoltà attraversate dai due paesi.
Obama nell’ultima conferenza ha evidenziato come il deficit della finanziaria statunitense sia arrivato a toccare 1750 miliardi di dollari, che rappresenta il valore massimo degli ultimi decenni; per quel che riguarda la zona Euro, le difficoltà non risiedono tanto negli ultimi dati macroeconomici, non troppo negativi, quanto nella situazione economica dei paesi dell’est le cui economie sono sempre più sull’orlo del collasso. A testimonianza di ciò, la decisione di World Bank, Bers e Bei, di erogare un finanziamento di 25 miliardi di Euro alle economie dell’est europeo.
Confermato invece il momento estremamente negativo attraversato dallo Yen che risente delle notizie macroeconomiche giunte questa settimana che vedono l’economia nipponica sempre più fragile con la produzione industriale a gennaio in netto calo (-10%), la contrazione dei consumi (-5.9%), e con l’inflazione ritornata allo 0% su base tendenziale.
Non naviga in buone acque neanche la Sterlina, che continua il suo calo nei confronti di Dollaro e Yen mentre rimane sostanzialmente stabile nei confronti dell’Euro.