martedì 29 aprile 2008

Recupero?


Ancora ribassi: il dollaro prosegue nel suo ritacciamento e qualcuno inizia a pensare che possa essere anche qualcosa di più questa volta prospettando la possibilità di un'inversione consistende di trend.
La verità è che nessuno sa cosa può succerere nei prossimi giorni, l'idea che ci siamo fatti è che il mercato ha scontato i grossi profitti delle ultime settimane chiudendo molte posizioni e comprando dollari: un primo vero test per questo potenziale recupero del bilgietto verde lo vedremo a metà settimana quando i primi dati macroeconomici di una certa importanza ci riveleranno se l'economia a stelle e strisce ha iniziato veramente un recupero o se è stato solo un fuoco di paglia.
Nel frattempo oggi assisistiamo a qualche dato interessante sul settore immobiliare britannico e alla fiducia dei consumetori statunitensi.

lunedì 28 aprile 2008

Speranze di recupero?


La fine della scorsa settimana ha portato alla ribalta una piccola ed insperata ripresa del biglietto verde che ha dato speranza a tutti coloro che possiedono obbligazioni ed azioni o che hanno nel loro portafoglio moneta statunitense.
La causa più probabile di questo recupero è sicuramente da attribuire alle speranze degli investitori di un rafforzamento dell'economia a stelle e alimentate dalle voci sempre più insistenti riguardo un ulteriore taglio dei tassi da parte della FED.
Questo unito a dati riguardanti l'economia europea che si sono rivelati peggiori di quel che si pensava con un indice IFO peggiore delle aspettative.
Questa settimana ci riserva inoltre un gran numero di dati importanti per l'economia statunitense che testeranno il polso del biglietto verde e che se usciranno peggiori delle aspettative potranno riportarci nuovamente ai livelli di una settimana fa.
Oggi invece giornata piuttosto tranquilla con essun dato di rilievo ecezion fatta per il Consumer Confidence tedesco.

giovedì 24 aprile 2008

Giornata di ritracciamenti


Giornata di ritracciamenti ieri per il dollaro americano dopo il record dei giorni scorsi a 1.6000.Si tratta infatti di un vero e proprio storno del mercato dopo i massimi dei giorni scorsi, come dimostra anche il prezzo del petrolio sceso a 116 dollari al barile.
Come ormai è chiaro, finche questa spirale costituita da petrolio dollaro e inflazione non terminerà, niente può farci pensare ad una fine di questa svalutazione del biglietto verde.Finche le banche centrali infatti non decideranno di dedicharsi seriamente al problema valutario preferendo porre la loro attenzione esclusivamente sul problema dei sub-prime non ci sarà un riessestamento (necessario) del sitema.
Per oggi attesi dati abbastanza interessanti dall'economia statunitense che, nal caso uscissero positivi, potrebbero aiutare il dollaro nel suo tentativo di ritracciamento fino a quota 1.5750.

mercoledì 23 aprile 2008

Record su record


Record su record. I tanti che pensavano che il momento di massima difficoltà del dollaro fosse ormai terminato ieri sono stati smentiti dall'ennesimo minimo storico contro l'Euro che ha superato quota 1.6000.

Una serie di cause macroeconomiche hanno portato ieri allo sfondamento di questa importante soglia psicologica: l'ennesima impennata del costo del petrolio (superata quota 118) il perdurare della recessione dell'economia statunitense e le prospettive di un aumento dei tassi di intresse in Eurozona han fatto si che il mercato perdesse ulteriormente fiducia nel biglietto verde.
Da segnalare anche la decisione della banca centrale canadese di tagliare i tassi di 0.5 punti percentuali portando il costo del denaro dal 3.50% al 3.00%.
Oggi attesa le riunione preliminare della Bank of England che deciderà riguardo ad un eventuale e sempre più probabile taglio dei tassi di interesse.

lunedì 14 aprile 2008

Montagne russe


Settimana piuttosto burrascosa quella appena trascorsa per i mercati valutari che ha avuto come grande protagonista, come ormai abitudine, il dollaro e l’economia statunitense.

A dispetto di un inizio settimana all’insegna della tranquillità infatti, gli ultimi giorni ci hanno regalato molti dati macroeconomici interessanti che hanno fatto andare sulle montagne russe il cross EUR/USD che ha oscillato da 1.5500 fino al massimo storico fatto segnare giovedì scorso di 1.5912. Procediamo come al solito ad un breve riassunto di quella che è stata la settimana nei mercati valutari.
L'unico spunto che ci ha regalato la giornata di lunedì è da attribuire al dato positivo sulla produzione industriale tedesca che ha fatto segnare un aumento dello 0.4% a dispetto di una previsione che la dava in ribasso di 0.4 punti percentuali. Questo, unito alla sensazione di un sempre meno probabile sostanzioso taglio dei tassi di interesse statunitensi (si prevede infatti che durante il prossimo FOMC a fine aprile si propenda per un taglio di un solo quarto di punto piuttosto che di 0.75 come si poteva pensare qualche tempo fa) ha fatto si che la moneta unica europea resistesse al tentativo di recupero che aveva provato il dollaro nei giorni passati.
Da segnalare anche il dato riguardante i permessi di costruzione in Canada in calo dell'1.0% che confermano il momento non splendido attraversato dal settore immobiliare oltre oceano.
Martedì, è stato invece più movimentato grazie alle notizie provenienti dagli states che hanno visto protagonista il settore immobiliare, in crisi sia negli Stati Uniti (come ormai consuetudine ) sia nel Regno Unito.
L’indice Halifax sui prezzi delle case in Gran Bretagna ha infatti rivelato come i prezzi di queste ultime siano in calo rispetto al mese precedente facendo segnare un calo di ben 2.5 punti percentuali; per quel che riguarda gli states invece il dato sulla vendita delle abitazioni ha segnalata per l’ennesima volta come il settore immobiliare si colloca tra i protagonisti indiscussi della recessione a stelle e strisce.
Se il dollaro, ormai abituato a dati macroeconomici fortemente negativi, ha tenuto bene , la sterlina ha accusato il colpo perdendo posizioni nei confronti delle principali valute ed in particolare nel cross con la moneta unica europea è arrivata ormai a sfondare quota 0.8000 con nessuna prospettiva di recupero nel breve.
Mercoledì è ha fatto da preludio a quello che sarebbe successo giovedi con i numerosi dati macroeconomici statunitensi che hanno iniziato ad indebolire nuovamente il biglietto verde: l'indice wholesale investories e quello sulle scorte di greggio infatti si sono rivelati negativi per l'economia statunitense.
Giovedì è stata la giornata del massimo storico dell’ EUR/USD con i vari cross che hanno subito le pressioni e le aspettative del mercato nei confronti delle decisioni delle due banche centrali Europea e Britannica in materia di costo del denaro: come ampiamente previsto la banca centrale del regno unito ha deciso di abbassare il costo del denaro al 5.0% di un quarto di punto mentre la banca centrale europea ha deciso di mantenere invariati i tassi al 4.0% confermando il proprio atteggiamento neutrale privilegiando il mantenimento e la stabilità dei prezzi a scapito dell'espansione economica. Di diverso avviso sembrano essere le autorità statunitensi che vedono sempre più inevitabile un ulteriore taglio di un quarto di punto del costo del denaro nella prossima riunione della FOMC in programma il 29/30 di aprile.
Per quel che riguarda i dati provenienti dall'economia a stelle e strisce invece giovedì è stata una giornata ambigua: se da una parte le richieste di disoccupazione si sono rivelate in calo ( 357K vs. 410K) bisogna anche riportare il dato riguardante la bilancia commerciale che ha aumentato il suo deficit arrivando a -62.3 bilioni di dollari.
Venerdì infine è stata una giornata abbastanza povera a livello macroeconomico con il solo dato riguardante l’indice dei prezzi alle importazioni che ha segnato un aumento del 2.8% a dispetto di una crescita dello 0.2% del mese precedente.

lunedì 7 aprile 2008

In attesa di segnali importanti


Il mercato valutario è ormai in balia delle evoluzioni riguardanti il dollaro e di conseguenza lo stato dell’economia statunitense.

E' evidente infatti come si attenda un segnale di recupero da parte dell’economia a stelle e strisce che permetta al biglietto verde di recuperare posizioni sul mercato e sui principali cross.
La settimana appena trascorsa è stata un ottimo esempio di come sta funzionando il mercato in questi ultimi mesi: la volatilità nel breve periodo infatti è abbastanza elevata ed è causata, oltre che da eventuali correzioni e movimenti di natura tecnica da parte dei vari cross, soprattutto dai dati macroeconomici pubblicati durante la giornata ed in particolar modo dai dati riguardanti l’economia oltre oceano.
A questo proposito possiamo riassumere i principali indici pubblicati negli ultimi giorni che maggiormente hanno influenzato l’andamento delle valute: se l’inizio della settimana non ha dato spunti di rilievo con il solo dato sul Gross Domestic Product britannico ( in crescita dello 0.6%) pubblicato lunedì, abbiamo poi assistito martedì e mercoledì a due giornate ricche di dati particolarmente positive riguardanti gli States che hanno spinto il biglietto verde a recuperare posizioni contro Euro e Sterlina. L’indice ISM del settore manifatturiero ha fatto segnare valori inaspettatamente positivi posizionandosi a 48.6, ancora sotto quota 50.0 ma ben al di sopra dei 47.5 previsti dagli analisti del settore; per quel che concerne invece l’indice ADP sulla disoccupazione è stata constatata una diminuzione della stessa nell’ultimo periodo.
Se da una parte abbiamo questi dati, dall’altra dobbiamo però comunque riportare le parole del presidente della Federal Reserve che mercoledì, nel corso della sua conferenza stampa, ha per la prima volta parlato apertamente di recessione confermando che nel primo semestre del 2008 l’economia statunitense potrebbe trovarsi in difficoltà per poi però riprendersi, sempre secondo Bernanke, nel corso della seconda parte dell’anno.
A conferma di queste parole sono poi arrivati i dati riguardanti gli ordini all’industria in calo di oltre 1.3 punti percentuali ben al di la delle pur negative previsioni del mercato; da segnalare anche il dato diffuso giovedì sulle richieste di disoccupazione che sono arrivate a quota 407K contro le 366K previste.
A conferma del periodo di estrema volatilità ed incertezza è stato annunciato subito dopo l’indice ISM riguardante questa volta il settore non manifatturiero che si è rivelato in crescita sfiorando la soglia psicologica dei 50.0.
La settimana si è infine chiusa male per il dollaro con gli ultimi dati riguardanti l’economia statunitense che hanno visto salire il livello di disoccupazione al 5.1%.
Per quel che riguarda l’Eurozona non ci sono stati dati di particolare rilievo per il mercato eccezion fatta per il dato abbastanza preoccupante sulle vendite al dettaglio riguardante il mese appena trascorso che hanno fatto registrare una diminuzione percentuale dello 0.5% a dispetto di una previsione che le dava in crescita dello 0.2%.

venerdì 4 aprile 2008

Instabilità


Giornata caratterizzata da forti oscillazioni nel mercato valutario quella a cui abbiamo assistito ieri; la causa principale è da attribuire a notizie e dati contrastanti arrivati da oltreoceano riguardanti l'economia a stelle e strisce.

Se nel primo pomeriggio il dato sulle richieste di disoccupazione ha dato l'ennesima conferma dello stato di recessione in cui naviga l'economia statunitense (407K contro 366K) nel tardo pomeriggio, ora italiana, è stato reso noto il dato sull'ISM Non-MAnufacturing che ha fatto segnare un valore nettamente superiore alle previsioni degli analisti che lo davano in ribasso a 48.5 mentre è risultato essere prossimo a 49.6.
I principali cross comunque non hanno subito grosse variazioni orsillando in range piuttosto contenuti: l'EUR/USD è rimasto attorno a quota 1.5600 mentre la sterlina ha avuto un'impennata nel pomeriggio arrivando a suuperare quota 1.9950 nei confronti del dollaro.
Oggi giornata rica di dati importanti a livello macroeconomico provenienti sopratutto dagli States che potrebbero fornire segnali interessanti per aprire posizioni contro dollaro.