venerdì 31 ottobre 2008

Qualcosa si muove


E' un momento importante per i mercati ed in particolare per quello valutario, e come in tutti i momenti decisivi ad essere protagoniste sono nel bene e nel male le banche centrali che hanno deciso di intervenire in modo deciso.
La decisione era ormai nell'aria da molti giorni ed il mercato aveva infatti già scontato la notizia di un probabile taglio dei tassi ma la Fed nel meeting tenutosi nella serata di ieri ha fatto trapelare di più.
Oltre alla decisone di abbassare i tassi di 0.50 basis points, portando così il costo del denaro all'1,00%, il presidente Bernanke ha ribadito le prospettive non incoraggianti per l'economia statunitense che è sempre più in calo. Ma ancora più importante per il mercato è stato sapere che l'istituto americano ha fatto capire che sono all'orizzonte nuovi tagli e che presto potremmo vedere il costo del denaro scendere sotto la soglia dell'1%.
Così dopo la FED ora aspettiamo che la banca centrale europea mantenga le promesse e limi i tassi per cercare di dare un po di respiro al mercato.
Da segnalare infine la ripresa, seppur non convita, degli acquisti sui carry trades che dopo settimane difficili hanno ricominciato a prendere quota.

mercoledì 29 ottobre 2008

It's time to cut


Finalmente si taglia. Questa è la soluzione che sembrano aver trovato quasi tutte le banche centrali mondiali per cercare di tamponare questa crisi ed i suoi effetti sull'economia reale.
Ieri nel corso del suo intervento, il presidente della banca centrale europea Jean Claude Trichet, ha delineato la prospettiva di un probabile taglio dei tassi il prossimo 6 novembre. Mossa giusta ma forse un pò in ritardo ed in contraddizione con ciò che poco tempo fa si sentiva dire dallo stesso Trichet che parlava di rischio di inflazione e di assoluta fermezza nel voler tenere fermi i tassi di interesse.
Nella stessa direzione sembra andare la Federal Reserve statunitense che si prevede debba tagliare i tassi di mezzo punto percentuale, anche se negli ultimi giorni si sta facendo strada l'ipotesi che si propenda per un taglio più drastico, di 0,75 basis points, che porterebbe così i tassi di riferimento statunitensi a 0,75%,poco più elevati di quelli nipponici, livelli mai testati per un'economia delle dimensioni di quella americana.
Va segnalato infine come gli ultimi due dati sul settore immobiliare a stelle e strisce, vendita di case di nuova costruzione e già esistenti, siano stati ambedue positivi a dispetto delle previsioni e visti i precedenti questa è senz'altro una grande notizia.

lunedì 27 ottobre 2008

Panic selling anche sui Carry Trades


Qualche certezza inizia a vacillare. E si, perchè pensavamo di aver visto tutto, ma quello che è successo venerdì ai carry trade rappresenta qualcosa di assolutamente fuori norma per un mercato liquido e stabile come quello valutario.
Se è di dominio comune che cross come Eur/Jpy e Gbp/Jpy siano molto volatili mai in questi anni avevamo visto perdere in una mattinata rispettivamente 12 e 13 punti percentuali: la moneta unica contro l'euro è passata infatti a toccare 113,70 dopo essere arrivata a quota 156.50 a fine settembre mentre contro la moneta britannica è scesa fino a 127.30 da quota 196,50 sempre di fine settembre.
Questo sembra essere una trasposizione della paura che si è registrata sul mercato azionaro e che ora in qualche modo sta colpendo anche il meracto valutario: paradossalmente però, come succede per i listini azionari, si creano opportunità interessanti che potrebbero nell'arco di qualche mese creare dei guadagni consistenti.

venerdì 24 ottobre 2008

Tokyo fa tornare la paura


Torna la preoccupazione sui mercati. Dopo qualche giorno di apparente tranquillità e sopratutto dopo che Wall Street aveva chiuso finalmente in positivo abbiamo assistito all'ennesimo tracollo della borsa nipponica.
La forte preoccupazione per lo stato delle imprese e dell'economia giapponese hanno portato gli investitori a ripartire con le vendite che hanno fatto chiudere l'indice in ribasso di oltre il 9%. Tutto questo ovviamente ha avuto riflessi positivi anche sul mercato valutario che ormai risulta essere quasi senza controllo.
Grande proteginista degli ultimi giorni, anche se in negativo, è stata la moneta unica europea che ha perso terreno nei confronti di dollaro e yen portandosi ai minimi storici in ambedue i cross.
Se qualche giorno fa parlavamo, o forse auspicavamo, uno sfondamento della resistenza posta a 1.3000 per poter provare un recupero a quota 1.3300, oggi ci troviamo a scrivere di un cross Eur/Usd che ha toccato nella nottata un minimo a 1.2666.
A costo di essere ripetitivi dobbiamo segnalare come la stuazioni sia al limite della sostenibilità e segno tangibile è la grande, eccessiva, volatilità che caratterizza il mercato valutario di quest'ultimo periodo e che invece non appartiene al profilo storico di quest'ultimo; l'unica speranza che abbiamo è che le banche centrali riescano in qualche modo a dare un pò di respiro e di tranquillità ad un mercato che ancora risulta sotto shock.

lunedì 20 ottobre 2008

Recessione


Siamo in recessione. Può essere dura da ammettere ma nonostante tutte le smentite di facciata e le rassicurazioni dei capi di stato l'economia globale è entrata in una fase di recessione.
A confermare questa tesi oltre che la grave crisi che stiamo vivendo, ci sono i dati macroeconomici, statunitensi ed europei che non lasciano adito a dubbi in proposito.
Se il primo dato che aveva destato preoccupazioni a inizio settimana riguardava l'indice ZEW tedesco, l'ultimo ha riguardato l'economia a stelle e strisce ed ha visto protagonista, come al solito, il settore immobiliare, che con il calo della vendita di case nuove da 872 mila a 817 mila nel mese di settembre, ha confermato la grave crisi che vive ormai da parecchi mesi.
Per quel che riguarda il mercato valutario rimaniamo in un periodo di forti tensioni che però, fortunatamente, rimangono comprese in canali ben individuabili con i principali cross che nonostante forti oscillazioni non rompono quasi mai i suuporti e le resistenze; caso emblematico l'Eur/Usd che oscilla tra 1.3769 e 1.3432 ormai da inizio mese.

lunedì 13 ottobre 2008

Meeting G7


Week end di lavoro per i capi di governo dei principali paesi europei che durante il meeting del G7 hanno tentato di risolvere, o quantomeno tamponare la grave crisi finanziaria di questi giorni.
I principali argomenti trattati hanno ovviamente riguardato la liquidità delle banche la relativa capitalizzazione: i principali interventi dell'eurogruppo hanno infatti riguardato la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà, la garanzia pubblica a tutti i prestitti interbancari per ristabilire la tranquillità sui mercati e la revisione delle norme contabili interbancarie a livello europeo.
I mercati sembrano aver reagito bene a questi primi accordi; la borsa giapponese è infatti in leggero rialzo questa mattina, e per quel che riguarda il mercato valutario Eur/Usd, Eur/Jpy e Aud/Usd hanno dato segnali di ripresa rispetto alla chiusura di venerdì.

giovedì 2 ottobre 2008

Approvate il piano!


Tutto il mercato vive giorni e ore di attesa spasmodica per per l'approvazione del piano di recupero americano bocciato qualche giorno fa dalla camera del governo statuitense.
Riproposto nella notte con qualche modifica rispetto al piano precedente, è stato approvato dal senato che così ha rimandato nuovamente tutta la responsabilità alla camera che ha il compito, e secondo la gran parte del mercato il dovere, di approvare un piano che seppur non garantisce la risoluzionde di tutti i problemi, rappresenta sicuramente una presa di posizione forte da parte delle autorità statunitensi, che poi è quello che più serve ora al mercato.
A rigor di logica la crisi statunitense dovrebbe influenzare direttamente il biglietto verde che dovrebbe risentire in modo negativo di tutta questa situazione perdendo posizioni: e invece assistiamo al contrario, con il dollaro in una fase di ipercomprato. Tutto questo può essere spiegato in vari modi tra cui il fatto che valute come il dollaro o lo yen sono considerate monete di rifugio per le liquidazioni delle posizioni di carry trade ma anche perchè l'euro sta risentendo della preoccupazione del mercato che teme una ricaduta della crisis anche sul sistema economico europeo.