lunedì 24 novembre 2008

Un po di ottimismo per gli USA


Settimana piuttosto ambigua sui mercati finanziari e valutari quella appena trascorsa. Dopo qualche giorno di apparente tranquillità i listini azionari hanno infatti fatto registrare pesanti perdite con l'indice Dow Jones che è ritornato in positivo solo venerdì.
La spinta per questo rialzo sembra essere arrivata dalle parole di Obama che ha parlato della situazione economica statunitense prospettando scenari ottimistici, ribadendo il taglio delle tasse per il 95% degli americani e confermando l'attuale presidente della Fed di New York Geithner come prossimo segretario del Tesoro.
Meno incoraggiante la situazione in Europa con i dati macroeconomici usciti venerdì che certo non aiutano ad essere positivi: l'indice PMI tedesco ed europeo si sono rivelato ben al di sotto delle previsoni degli analisti.
Grande importanza avrà questa settimana per chiarire il trend di un mercato che continua ad essere molto difficile da decifrare.

martedì 18 novembre 2008

Discorsi da "grandi"


Ennesimo incontro abbastanza inconcludente tra i "grandi" del continente. Nel tanto atteso meeting del G20 tenutosi questo week end non abbiamo assistito a nessun passo avanti.
Se da un incontro come questo ci attendevamo qualche dichiarazione forte o qualche provvedimento di carattere interventista, le nostre speranze sono state deluse.
Certo, la premessa da fare è doverosa, questa non è una situazione semplice da risolvere e qualsiasi provvedimento preso sarebbe stato probabilmente criticato da più parti, però onestamente qualcosa di più delle dichiarazioni di facciata sulla necessità di sostenere la crescita interna dei paesi evitando qualunque forma di protezionismo ce la si poteva aspettare.
Dal canto nostro potevamo attenderci anche qualche dichiarazione riguardante il mercato valutario che per l'ennesima volta è stato ignorato dai grandi del pianeta che evidentemente non lo considerano un grosso problema.
E il mercato come ha reagito? Sostanzialmente è rimasto indifferente, con solo la moneta unica che, sulla scia della delusione del G20 ha perso qualche posizione nei confronti del dollaro americano tornando cosi a quota 1.2516 per poi recuperare e risalire sopra 1.2600.
L'unico dato macroeconomico di grande rilievo è stato il GDP giapponese che ha fatto segnare una diminuzione dello 0.1% confermando così che neanche l'economia nipponica è immune dalla recessione globale che sta colpendo l'economia mondiale.

venerdì 14 novembre 2008

Quale futuro per la sterlina?


Sterlina a picco e Euro in ripresa. Questi due sembrano essere gli argomenti che maggiormente hanno interessato il mercato valutario nella giornata di ieri.
Della Sterlina abbiamo già spiegato qualcosa ieri e sembra proprio che questa situazione sia vista di buon occhio dal governo britannico che con la sterlina cosi svalutata e i tassi che saranno portati al più presto ad un livello prossimo allo zero vede più facile un recupero della situazione in tempi brevi. Per quel che riguarda la moneta unica il recupero di ieri, sembra confermare quanto detto ieri, e cioè che ad un recupero dei listini azionari corrisponde un recupero dell'Euro mentre quando i mercati vanno in negativo si verifica un ingente acquisto di dollari americani.

giovedì 13 novembre 2008

King spaventa il Regno Unito


Ieri è stato il turno della Sterlina e oggi sotto a chi tocca. Nel frenetico e mai come in questo periodo confusionario mondo dei cambi, ieri protagonista di giornata è stato il governatore della BoE King.
Se fino a qualche mese fa sentivamo parlare di economia britannica solida, di pericolo di inflazione e quindi di una possibilità di un aumento del costo del denaro, nella conferenza tenuta ieri dal capo della banca centrale abbiamo assistito a discorsi che andavano in direzione completamente opposta.
Dalle parole di King si è infatti percepito un grave allarmismo riguardo le condizioni in cui grava l'economia britannica che è vista in piena recessione e che necessita secondo le autorità monetarie del regno unito di un ulteriore taglio dei tassi che porterebbe cosi il costo del denaro ad un livello inusuale per la sterlina.
La prima a risentire di queste parole è stata ovviamente la valuta britannica che continua a perdere posizioni nei confronti di Dollaro ed Euro; governor King ha anche aggiunto che la svalutazione della sterlina non lo sorprende e che non lo stupirebbe un ulteriore calo nei prossimi giorni.
Per quel che riguarda l'eurozona ieri hanno riportato il dato sulla produzione industriale, in calo dell'1,6% nell'ultimo mese di rilevazioni e questo non ha fatto altro che alimentare le perdite della moneta unica nei confronti del dollaro; a dir la verita l'acquisto di dollari non ha motivazioni macroeconomiche a nostro avviso ma paradossalmente segue l'andamento dei listini azionari con gli investitori che comprani dollari ogni qual volta i listini azionari vanno in negativo.
Segnali di ripresa, o quantomeno di stabilità, sembra darli lo Yen che negli ultimi giorni ha recuperato posizioni in quasi tutti i cross più importanti; questo è un segnale postivo per tutto il mercato perchè può far pensare che l'avversione al rischio è diminuita, che i carry trade stanno riprendendo quota e che forse qualcosa sembra tornare alla normalità.Vedremo.

martedì 11 novembre 2008

Oggi l'indice ZEW


Con questo tipo di mercati ormai fare delle previsioni, seppur di breve orizzonte, mette chiunque nelle condizioni di fare delle brutte figure; lo scenario che si prefigurava ieri era quello di un mercato più tranquillo in cerca di stabilità.
Poi è bastata qualche voce riguardante le difficoltà di qualche grossa società assicurativa americana a far crollare i listini azionari e di conseguenza il cross Eur/Usd che inizia a palesare una certa correlazione con l'andamento dei listini azionari ed in particolare con quello dei futures statunitensi.
Tecnicamente, ciò che ci possiamo attendere è il recupero di qualche posizione da parte di Euro e Sterlina, specie nei cross con il dollaro americano in cui le due valute europee sono ampiamente sottovalutate.
Qualcosa in merito potrà dirci l'indice ZEW dell'economia tedesca, fedele anticipatore delle condizioni dell'economia dell'Unione Europea.

mercoledì 5 novembre 2008

Yes we can. We hope.


Yes we can. Questo è stato lo slogan della campagna elettorale del nuovo presidente democratico degli Stati Uniti d'America Barak Obama, eletto ieri con una maggioranza che da tempo non si registrava negli States.
Il cambiamento tanto inneggiato in campagna elettorale ed i buoni propositi sono sempre facili da promettere in comizi e convegni pre-elettorali ma mai come in questo periodo abbiamo la necessità di credere, o meglio sperare, che qualcosa di nuovo questo nuovo governo statunitense lo porti.
Perchè la situazione economica mondiale, ed in particolare statunitense è critica e certo non è un compito facile per Obama risollevare le sorti di un paese che mai come in questo momento ha bisogno di decisioni forti e rapide.
I mercati, ed in particolare quello valutario, non hanno risentito molto della notizia anche perchè era già stata scontata nei giorni passati; da riportare invece, la decisone della banca centrale Australiana che, in linea con le altre banche centrali mondiali, ha deciso di dare fiato alla sua economia tagliando i tassi di ben 75 basis points, portando così i tassi di riferimento al 5,25%.
Ora sono attese le decisioni della Banca centrale Europea e della Banca centrale Inglese che nei prossimi giorni dovrebbero tagliare a loro volta i tassi d'interesse.