lunedì 7 aprile 2008

In attesa di segnali importanti


Il mercato valutario è ormai in balia delle evoluzioni riguardanti il dollaro e di conseguenza lo stato dell’economia statunitense.

E' evidente infatti come si attenda un segnale di recupero da parte dell’economia a stelle e strisce che permetta al biglietto verde di recuperare posizioni sul mercato e sui principali cross.
La settimana appena trascorsa è stata un ottimo esempio di come sta funzionando il mercato in questi ultimi mesi: la volatilità nel breve periodo infatti è abbastanza elevata ed è causata, oltre che da eventuali correzioni e movimenti di natura tecnica da parte dei vari cross, soprattutto dai dati macroeconomici pubblicati durante la giornata ed in particolar modo dai dati riguardanti l’economia oltre oceano.
A questo proposito possiamo riassumere i principali indici pubblicati negli ultimi giorni che maggiormente hanno influenzato l’andamento delle valute: se l’inizio della settimana non ha dato spunti di rilievo con il solo dato sul Gross Domestic Product britannico ( in crescita dello 0.6%) pubblicato lunedì, abbiamo poi assistito martedì e mercoledì a due giornate ricche di dati particolarmente positive riguardanti gli States che hanno spinto il biglietto verde a recuperare posizioni contro Euro e Sterlina. L’indice ISM del settore manifatturiero ha fatto segnare valori inaspettatamente positivi posizionandosi a 48.6, ancora sotto quota 50.0 ma ben al di sopra dei 47.5 previsti dagli analisti del settore; per quel che concerne invece l’indice ADP sulla disoccupazione è stata constatata una diminuzione della stessa nell’ultimo periodo.
Se da una parte abbiamo questi dati, dall’altra dobbiamo però comunque riportare le parole del presidente della Federal Reserve che mercoledì, nel corso della sua conferenza stampa, ha per la prima volta parlato apertamente di recessione confermando che nel primo semestre del 2008 l’economia statunitense potrebbe trovarsi in difficoltà per poi però riprendersi, sempre secondo Bernanke, nel corso della seconda parte dell’anno.
A conferma di queste parole sono poi arrivati i dati riguardanti gli ordini all’industria in calo di oltre 1.3 punti percentuali ben al di la delle pur negative previsioni del mercato; da segnalare anche il dato diffuso giovedì sulle richieste di disoccupazione che sono arrivate a quota 407K contro le 366K previste.
A conferma del periodo di estrema volatilità ed incertezza è stato annunciato subito dopo l’indice ISM riguardante questa volta il settore non manifatturiero che si è rivelato in crescita sfiorando la soglia psicologica dei 50.0.
La settimana si è infine chiusa male per il dollaro con gli ultimi dati riguardanti l’economia statunitense che hanno visto salire il livello di disoccupazione al 5.1%.
Per quel che riguarda l’Eurozona non ci sono stati dati di particolare rilievo per il mercato eccezion fatta per il dato abbastanza preoccupante sulle vendite al dettaglio riguardante il mese appena trascorso che hanno fatto registrare una diminuzione percentuale dello 0.5% a dispetto di una previsione che le dava in crescita dello 0.2%.