martedì 5 febbraio 2008

Settimana movimentata


La settimana macroeconomica che abbiamo vissuto è stata una delle più intense dell’ultimo periodo e ci ha regalato una grande quantità di dati che hanno fortemente influenzato il mercato valutario che ormai ruota tutto intorno alla sempre più probabile recessione dell’economia americana.
Ma procediamo con ordini: lunedì è stata una giornata piuttosto tranquilla con il dato negativo sulla vendita delle case di nuova fabbricazione negli stati uniti che è risultato in calo di 30 punti rispetto alla rilevazione precedente.
Martedì i due dati su cui era posta la maggiore attenzione erano gli ordini dei beni durevoli e la fiducia dei consumatori.
Entrambi gli indici sono risultati positivi, superiore alle aspettative con un aumento del 2.6% degli ordini dei beni durevoli(dato depurato dal settore dei trasporti) e con l'indice sulla fiducia che nonostante fosse previsto in calo a 87.0 ha fatto registrare un valore pari a 87.9.
Per quel che concerne il regno unito il dato sulla variazione degli stipendi nel settore retail che ha dimostrato come non siano aumentati in proporzione all'aumento del costo della vita.
Un ulteriore dato interessante è arrivato dall'economia canadese e più in particolare lo stato del settore manufatturiero che era visto in crisi.L'indice rivelato questo pomeriggio ha prontamente smentito questa sensazone constatando come questo settore goda di buona salute.
La vera notizia della giornata di mercoledì e della settimana è stata quella che ha visto la Federal Reserve tagliare i tassi di riferimento statunitensi di ulteriori 0.5 punti percentuali nella speranza di dare una scossa e sopratutto una spinta alla vituperata economia statunitense. Da segnalare inoltre che in gennaio negli Stati Uniti dovrebbero essere stati creati 130mila nuovi posti di lavoro dal settore privato. La stima resa nota dalla societa' di ricerche del New Jersey Adp è nettamente superiore alle attese degli analisti, che scommettevano su 43mila nuovi impieghi.
Per l'intero 2007 il tasso di crescita dell'economia degli Stati Uniti è stato del 2,2% dopo il +3,3% registrato nel 2006. E' quanto emerge dalla prima stima sul Pil statunitense del quarto trimestre diffusa ieri.
Nella giornata di giovedì abbiamo assistito alla rilevazione di un gran numero di dai macroeconomici provenienti da Europa, Stati Uniti e Canada.
Cominciamo dall’Unione Europea che ha visto calare la fiducia delle imprese (Bci) e dei consumatori (Esi) della zona euro e dell'Ue in gennaio. Il Bci nella zona dell'euro e' sceso a 0,78 punti da 0,89 del dicembre scorso, mentre l'Esi e' sceso sia nella zona dell'euro che nell'Unione, passando in Eurolandia da 2,6 punti a 1,7 punti. Lo ha reso noto la direzione Affari economici e finanziari della Commissione europea.
Secondo la Commissione, il calo di fiducia delle imprese e' dovuto soprattutto, stando alla valutazione dei manager, all'andamento degli ordinativi negli ultimi mesi e agli stock dei prodotti finiti che restano invariati. Il calo della fiducia dei consumatori riguarda in particolare il settore dei servizi, del commercio al dettaglio e delle costruzioni.
Per quel che riguarda gli states invece sono salite di 69 mila le richieste di sussidi di disoccupazione la scorsa settimana ed il costo del lavoro è aumento nel terzo trimestre dello 0,8% congiunturale. I dati, che hanno ricalcato i valori del trimestre precedente, sono stati resi noti dal dipartimento del Lavoro. I valori previsti dagli esperti erano rispettivamente +0,8% e +3,2%.
I redditi dei lavoratori americani sono aumentati dello 0,5% in dicembre mentre le spese per i consumi personali sono cresciute dello 0,1%. Lo ha reso noto il dipartimento del Commercio. Alla vigilia gli analisti avevano previsto una crescita dello 0,4% per i redditi e dello 0,1% per le spese. L'indice pce dei prezzi core è invece aumentato dello 0,2%, in linea con le attese.
Si impennano le attese di un ulteriore taglio dei tassi di interesse di 50 punti base da parte della Riserva Federale nella riunione di marzo dopo il dato, nettamente peggiore delle attese, sulle
Da segnalare anche il dato riguardante l’indice PMI della zona di Chicago che ha fatto registrare un valore inferiore (51.5) rispetto alla rilevazione richieste settimanali di sussidi di disoccupazione. precedente (56.4) e alle previsioni che lo davano a 52.1.
Per quel che riguarda infine l’economia canadese è risultato essere cresciuto dello 0.1% il gross domestic product nel mese di dicembre, un valore inferiore alle attese che lo vedevano in crescita dello 0.2%.
Infine venerdì la settimana si è conclusa con il dato sulla disoccupazione statunitense che al contrario delle previsioni si è rivelato in calo di 0.1 punti percentuali rivelandosi al 4.9%.