giovedì 21 febbraio 2008

Grande volatilità sui mercati valutari


Nel corso delle ultime settimane stiamo vivendo giornate intense da un punto di vista del trading sui mercati valutari, tra l’incertezza di una economia americana vicino alla recessione e il timore che questa congiuntura economica possa colpire improvvisamente anche altri paesi. Per questo motivo i movimenti dei cross, evidenziano la stessa incertezza nel senso che non si capisce dove i principali rapporti di cambio possano andare. Non vi sono trend in atto nei principali grafici ma la volatilita su quest'ultimi rimane molto elevata. Dagli altri mercati giungono notizie preoccupanti dal lato del prezzo delle materie prime, petrolio in testa , con lo sfondamento di quota 100 dollari e il record toccato nella seduta americana intorno ai 101 dollari la barile. La Fed ha abbassato le previsioni di crescita per il 2008 dal range 2% - 2.2% al nuovo range 1.7% -1.9% , enfatizzando i rischi di crescita e inflazione al di sopra delle attese. Sempre ieri è stata pubblicata anche la minuta della Boj che ha sottolineato nel suo consueto report un certo pessimismo verso la crescita globale, in deciso rallentamento, in conseguenza del rallentamento americano, così come Garganas della Bce ha affermato che gli effetti della crisi dei mutui subprime potrebbero essere importanti anche in Europa nel medio termine, anche se i timori principali restano legati all’inflazione. Dall’Inghilterra sono giunte anche le minute dell’ultima riunione della boe, in cui 8 membri su 9 hanno votato per una riduzione del costo del denaro al 5.25%, mentre uno solo avrebbe voluto un taglio di 50 basis points. Secondo le aspettative di mercato, mentre in Giappone i tassi resteranno fermi e forse vi saranno chance per una sola riduzione (del resto i tassi sono quasi a zero), negli Stati Uniti i Fed funds dovrebbe ancora scendere di 50 basis point mentre in Europa potrebbero scendere di 50 100 basis points e in Gran Bretagna di 100.