lunedì 7 gennaio 2008

Ancora male il biglietto verde


Settimana breve ma intensa quella che si è conclusa venerdì scorso sui mercati valutari internazionali soprattutto a livello macroeconomico.

Gli eventi di maggior rilievo come tutti sappiamo sono stati il raggiungimento di quota 100 dollari al barile del petrolio e l’impennata della quotazione dell’oro ma altri dati giunti in settimana hanno creato turbamenti al mercato.

Ma andiamo con ordine: come al solito le principali attenzioni del mercato si sono concentrate sullo stato di salute dell’economia americana che dopo il recente taglio dei tassi di interesse di un quarto di punto sembrava essersi rimessa in carreggiata come testimoniava il recupero del dollaro nei confronti delle principali valute.

Ma la fine di dicembre e questa prima settimana dell’anno hanno mostrato nuovamente come l’economia americana stia attraversando un periodo di grande difficoltà: l’indice ISM infatti ha fatto segnare un calo di 4 punti,cosa che non succedeva da molto tempo, l’indice ADP sull’occupazione è sceso a 40k contro i 173k della precedente rilevazione, mentre unico dato positivo, gli ordini alle industrie sono aumentati dell’1.5% a dispetto di una crescita dello 0.5% prevista.

La giornata che più di tutte però ha segnato l’economia americana è stata venerdì che ha mostrato come la disoccupazione statunitense sia in rapida e continua ascesa come testimonia il tasso di disoccupazione, arrivato al 5.0%; le naturali conseguenze di questi dato sono state la debolezza della moneta statunitense che ha toccato la quotazione record di 1.4823 contro la moneta unica europea e i sempre maggiori timori per una probabile recessione che potrebbe colpire l’economia americana.

Non arrivano buone notizie neanche per la Gran Bretagna da cui sono arrivate voci di un sempre piu probabile taglio dei tassi per poter rilanciare l’economia che non sta attraversando un gran periodo; ulteriore brutta notizia è giunta in settima ed a riguardato l’indice PMI del settore manifatturiero che è calato a 52.9 rispetto ai 54.3 della precedente rilevazione.
A trarre vantaggio da queste situazioni complicate è stato lo Yen che anche grazie al solito carry trade ha recuperato numerosi posizioni ad inizio settimana in quasi tutti i cross.

Per quel che concerne gli altri paesi possiamo segnalare il dato proveniente dalla svizzera riguardante il CPI salito dello 0.2% mentre dal canada arriva il dati sul PPI delle industrie che cresce dello 0.6% rispetto alla misurazione precedente che lo vedeva in calo di 1.2 punti percentuali.