lunedì 16 marzo 2009

La SNB smuove il mercato


Giorni di grande fermento per il mercato valutario. Le ultime settimane hanno regalato notizie e movimenti straordinari sui mercati azionari ma sembrava che il mercato valutario fosse immune da questo tipo di movimenti.
A dispetto dei dati macroeconomici, la maggior parte dei cross mantenevano un trend laterale nonostante la grande volatilità e le oscillazioni consistenti.
Questo trend è però stato interrotto giovedì dalle decisioni prese dalla banca nazionale svizzera: qualche settimana fa avevamo parlato della necessità da parte di quasi tutti i paesi di svalutare la propria valuta per far ripartire le economie messe a dura prova da questa crisi.
In questa direzione è andata la banca centrale svizzera, che ha dopo aver annunciato l’ennesimo taglio al costo del denaro (portato a 0,25%) ha manifestato la propria intenzione di compiere una vera e propria azione sul mercato dei cambi comprando grossi quantitativi di valuta estera (euro o dollaro) con il solo obiettivo di far apprezzare la valuta nazionale e far ripartire l’economia elvetica.
Per il mercato dei cambi si è trattata di una notizia che ha creato movimenti consistenti in tutti i cross con il franco svizzero in particolare contro Euro e Dollaro: i due cross hanno seguito un percorso speculare ed hanno “subito” il dato muovendosi al rialzo con l’Eur/Chf che è passato in poche ore da 1,4761 a 1,5394 e l’Usd/Chf da 1,1552 a 1,1966.
L’Eur/Usd ha rotto le resistenze poste a quota 1,2720 ed ha raggiunto quota 1,2956 sfiorando il massimo relativo a 1,2991 con la possibilità di rompere anche la resistenza psicologica a 1,30 nelle prossime ore.
Passando ai dati macroeconomici pubblicati questa settimana notiamo come per quel che concerne l’Europa le notizie continuano ad essere negative mentre per quel che riguarda gli Sates gli ultimi giorni sono stati migliori rispetto alle previsioni, ma andiamo con ordine; l’ultimo bollettino pubblicato dalla BCE ha confermato le prospettive negative che vedono timidi segnali di ripresa solo nel 2010. Il prodotto interno lordo europeo ha subito una contrazione dell’1,5% nell’ultimo trimestre del 2008 e non è migliorato in questo 2009, le vendite al dettaglio del mese di febbraio sono risultate in aumento dello 0.1% in ribasso rispetto le previsioni che le vedevano in aumento dello 0.2%. Ben peggiore sono stati i dati riguardanti l’economia tedesca che ha visto crollare la produzione industriale di ben 7.5 punti percentuali nell’ultimo mese e gli ordini all’industria calare dell’8%.
Migliore è stata la settimana statunitense che dopo aver visto aumentare le richieste di sussidi alla disoccupazione a 654K nell’ultima settimana ha visto aumentare le vendite al dettaglio dello 0.7%.
Ad aumentare l’ottimismo nei confronti dell’economia statunitense hanno contribuito le parole di Bernanke che ha gettato ottimismo sulla situazione dei principali istituti di credito americani che, sempre secondo il capo della FED, non rischiano il fallimento. A sostegno di questa tesi è intervenuto anche il Ceo di Bank of America affermando che la banca non ha più necessità di avere aiuti dallo stato e che con molta probabilità chiuderà il 2009 addirittura in utile.
La giornata di venerdì ha infine portato un’ulteriore boccata di ossigeno con altri due dati positivi per l’economia statunitense. A marzo infatti, il dato preliminare sulla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti e’ salito a 56.6 punti dai 56.3 di febbraio; Il dato comunicato dall’università di Michigan e' superiore alle stime di mercato. Gli analisti di Wall Street si aspettavano una contrazione a 55.
Nel mese di febbraio ,infine, i prezzi all’importazione negli Stati Uniti hanno registrato una variazione negativa dello 0.2%, ma le attese degli analisti erano per una contrazione superiore, pari a -0.7%.