lunedì 2 marzo 2009

Emotività ed incertezza regnano sul mercato dei cambi


Parlare di mercati finanziari, e nel nostro caso valutario, mai come in questo periodo è diventato un compito davvero arduo.
Qualsiasi considerazione sulla condizione delle valute e sulle loro prospettive future rischia di essere confutata dopo pochi giorni se non dopo poche ore a causa di qualche dato macroeconomico inatteso o di dichiarazioni particolarmente “forti” di personaggi ai vertici delle più importanti economie.
L’unica cosa che possiamo fare quindi è procedere con i “piedi di piombo” e riportare ciò che sta succedendo nelle varie economie attraverso una breve lettura dei dati macroeconomici e vedere come reagiscono i principali cross valutari.
Osservando la situazione generale ciò che appare lampante è la volontà da parte di tutti di svalutare la propria moneta per permettere alle economie di trarne vantaggio.
Il mercato valutario in queste settimane vive molto di emotività e ciò fa si che i principali cross non prendano un trend ben preciso influenzati giornalmente dagli avvenimenti macroeconomici.
Analizzando quello che è successo questa settimana abbiamo una conferma dell’incertezza che si respira sul mercato valutario in questi giorni; lunedì mattina quando tutti erano ormai certi che l'Euro dovesse continuare a perdere posizioni nei confronti del Dollaro ed arrivare a toccare quota 1.20 ecco che il vertice economico di Berlino riporta fiducia all'unione europea e gli investitori la premiano con le borse in salita e l'euro che recupera posizioni riportandosi sopra quota 1.2900.
Tutto ciò sarà poi subito ribaltato dai rumors che parlano della possibilità di nazionalizzare CitiBank e Bank of America prospettata dall'amministrazione Obama che "come per magia" da nuova linfa a listini americani e al biglietto verde che riporta il cross a quota 1.2666.
La settimana è poi proseguita su questi stessi binari con il cross che in balia delle notizie ha oscillato tra 1.2900 e 1.2600 basso; nel complesso la situazione rimane critica con i due capi delle banche centrali Europea e Statunitense che cercano di professare ottimismo confermando però le difficoltà attraversate dai due paesi.
Obama nell’ultima conferenza ha evidenziato come il deficit della finanziaria statunitense sia arrivato a toccare 1750 miliardi di dollari, che rappresenta il valore massimo degli ultimi decenni; per quel che riguarda la zona Euro, le difficoltà non risiedono tanto negli ultimi dati macroeconomici, non troppo negativi, quanto nella situazione economica dei paesi dell’est le cui economie sono sempre più sull’orlo del collasso. A testimonianza di ciò, la decisione di World Bank, Bers e Bei, di erogare un finanziamento di 25 miliardi di Euro alle economie dell’est europeo.
Confermato invece il momento estremamente negativo attraversato dallo Yen che risente delle notizie macroeconomiche giunte questa settimana che vedono l’economia nipponica sempre più fragile con la produzione industriale a gennaio in netto calo (-10%), la contrazione dei consumi (-5.9%), e con l’inflazione ritornata allo 0% su base tendenziale.
Non naviga in buone acque neanche la Sterlina, che continua il suo calo nei confronti di Dollaro e Yen mentre rimane sostanzialmente stabile nei confronti dell’Euro.