martedì 17 febbraio 2009

La crisi tra piani di recupero e riunioni internazionali


Grande fermento sui mercati finanziari e tra i massimi organi economici europei e mondiali. La crisi ha messo tutti sullo stesso piano ed ha posto a tutti, chi più chi meno, gli stessi gravi problemi da risolvere ed ogni paese, ogni economia, sta cercando di adottare politiche più o meno condivisibili.
La settimana che si sta concludendo è stata ricca di eventi e dati macroeconomici molto interessanti, ma i due eventi cardine sono rappresentati dal piano anti-crisi presentato dal presidente americano Obama e Geithner, e la riunione del G7 di oggi a Roma.
Ma partiamo da ciò che è successo martedì scorso, giorno in cui il senato statunitense ha dato il nullaosta al pacchetto anti-crisi (Tarp2) proposto da Obama e indirizzato principalmente al sistema bancario e al settore dei mutui, i principali problemi dell’economia a stelle e strisce.
Nei giorni che hanno proceduto l’annuncio, si vociferava riguardo la creazione di una Bad Bank che si sarebbe accollata in toto i debiti del settore bancario, e la smentita arrivata martedì ha provocato una rovinosa caduta dei listini azionari a Wall Street.
Il piano presentato, consiste infatti nella creazione di un fondo, a partecipazione pubblica e privata, che avrà il compito di acquisire fino a 500 miliardi di debiti bancari. E’ stato anche sottolineato, forse in modo un po’ superfluo, che, per accedere a questi aiuti, gli istituti bancari saranno sottoposti a controlli ancora più rigorosi. Per quel che riguarda il problema dei mutui, il piano prevede un aiuto di 50 miliardi destinati a soccorrere coloro i quali non riescono più a sostenere le rate o si trovano di fronte a pignoramenti.
Per quel che concerne i restanti dati statunitensi resi noti questa settimana, possiamo riportare il dato riguardante la bilancia commerciale, il cui deficit aumenta ancora rispetto le previsioni (-37.0B) assestandosi a -39.9B e le richieste di sussidi alla disoccupazione salite a 623K contro le 610K attese.
Unico dato positivo, in controtendenza, il dato sulle vendite al dettaglio che a dispetto delle previsioni che le vedevano in calo dello 0,8% si sono rivelate in aumento dell’1,0%.
Per quel che riguarda l’eurozona la settimana è stata molto negativa; sono infatti stati pubblicati i dati riguardanti i prodotti interni lordi dei principali paesi dell’unione europea che si sono rivelati ampiamente in calo.
Caso lampante è quello della Germania che ha visto calare il Pil di 2,1 punti percentuali, calo peggiore dal 1987, che segue l’ultima rilevazione che aveva visto perdere altri 0,5 punti percentuali; ancora più grave il dato che ha riguardato la nostra economia che nel quarto trimestre ha visto scendere il Pil del -2,6%.
Per quel che riguarda le valute non ci sono grosse novità rispetto alle scorse settimane con il cross principale, l’Eur/Usd, che si tiene sempre tra i supporti a 1,2700 e le resistenze a 1,3100.
Ancora non vede la “luce” la Sterlina che, dopo aver tentato un debole recupero a metà settimana contro Euro , Yen e Dollaro si è assestata rispettivamente a quota 0,8850 , 133,00 e 1,4530.
Questa settimana quindi, ci ha fatto capire che siamo ancora ben lontani da una qualsivoglia soluzione e che questa crisi è ben lontana dall’essere risolta; il pessimismo regna sovrano come confermano le dichiarazioni del direttore generale del Fondo Monetario Internazionale “Il problema è che gli effetti sull’economia reale, per la maggior parte, non si sono ancora fatti sentire”, ma quello che si aspetta il mercato non sono altre dichiarazioni allarmanti, bensì proposte e soluzioni che difficilmente potrebbero già arrivare dopo questo meeting a Roma.