lunedì 11 gennaio 2010

Ritorno al passato.


Qualche giorno fa dicevamo che il 2010 è ripartito seguendo le orme degli ultimi mesi del 2009 ma forse qualcosa sta cambiando sul mercato valutario (o sta ritornando alla normalità a seconda dei punti di vista).
Dopo mesi di discussioni riguardanti un mercato “anarchico” che si muoveva seguendo speculazioni degli investitori o influenzato dall’andamento dei listini azionari, finalmente ritorniamo a parlare di una alta volatilità dei cambi dovuta alla pubblicazione di dati macroeconomici importanti e questo segnale, come ogni altro barlume di normalità non può che essere considerato in modo positivo.
La giornata di venerdì è stata esemplificativa in tal senso con il dollaro e l’economia statunitense che, come abitudine, hanno svolto un ruolo cruciale; dopo i dati altalenanti della passata settimana riguardanti il settore immobiliare statunitense, l’attenzione del mercato era tutta concentrata sulle condizioni del mercato del lavoro ed in particolare sui Non-farm Employement Change statunitensi di venerdì.
Il mercato si aspettava un segnale positivo forte per sostenere il dollaro che sembrava poter continuare in modo convinto il trend ribassista nei confronti di Euro, Sterlina e Yen; la realtà ha però visto perdere 85 mila posti di lavoro nel settore non agricolo nel corso del mese appena trascorso.
Le conseguenze pratiche sui cross sono state tutte a sfavore del biglietto verde che ha perso molte posizioni nei confronti delle principali valute portandosi a quota 1.4500 con l’Euro, 1,6130 nel cable e 92.00 con lo Yen; questa settimana sarà quindi determinante per capire le sorti del dollaro che, come qualche mese fa, attende con ansia i dati riguardanti la bilancia commerciale, il beige book, le vendite al dettaglio ed il consumer sentiment che verranno pubblicati nei prossimi giorni.
Continua la corsa dei prezzi delle commodities che rimangono su livelli ritenuti troppo elevati dal mercato ma che continuano ad essere sostenuti da forti acquisti che permettono al petrolio di superare quota 83,50 ed all’oro di arrivare fino a 1158,00.