lunedì 2 novembre 2009

Un’altra volta fuori dalla crisi.


Un’altra volta fuori dalla crisi. Un’altra volta perche’ da qualche settimana a questa parte abbiamo assistito più volte a dichiarazioni che enfatizzavano la ripresa dell’economia subito dopo l’uscita dei qualche dato macroeconomico positivo.
E queste reazioni non si sono fatte attendere neanche questa volta, anche se a dir la verità il dato macroeconomico “di turno” era di quelli che non passano inosservati perche’ il pil americano non registrava un valore positivo da luglio ’08 e perché soprattutto il valore reale (3,5%) è stato superiore alle aspettative che erano considerate troppo ottimiste.
Questo dato incoraggiante però va guardato nel contesto di una settimana che a livello macroeconomico non ha fornito dati certamente positivi; seguendo un ordine cronologico notiamo come martedì la fiducia dei consumatori ha fatto segnare un ulteriore ribasso (47.7 vs. 53.7) e come l’indice Richmond per il settore manifatturiero sia passato da 14 a 7 ( un valore più alto corrisponde ad uno stato di salute migliore per il settore).
Mercoledì è stato il turno del settore immobiliare che ha confermato di essere ben lontano dalla ripresa (vendita di case nuove in ribasso di 41 mila unità nell’ultimo mese) e il dato sugli ordini dei beni durevoli nonostante abbia fatto segnare un rialzo dell’1% è stato comunque al disotto delle aspettative.
Giovedì è stato il gran giorno del dato sul Pil statunitense a cui ha però fatto da contraltare la notizia riguardante le richieste di sussidi alla disoccupazione che nell’ultima settimana sono rimaste costanti senza diminuire come avevano previsto gli analisti di settore.
Ed è proprio questo il punto, non potremo dire di essere fuori dalla crisi fino a che i dati positivi non riguarderanno l’economia reale; fino a che non vedremo la gente che torna a spendere ( a tal proposito va ricordato il dato uscito in giornata che vede i consumi personali statunitensi in calo di 0,5 punti percentuali) e non vedremo tornare un po’ di inflazione non potremo dire che le cose vanno bene solo perché i listini azionari hanno ripreso a correre ed hanno recuperato gran parte delle perdite subite.
Certo una regolamentazione più strutturata dei mercati e regole più rigide per il settore finanziario sono obiettivi necessari per far si che la probabilità che si riverifichi quanto successo nell’ultimo anno ma come ha affermato il direttore generale del FMI le politiche anti-crisi non vanno interrotte troppo presto e “non bisogna affrontare solo problemi di ordine tecnico-economico ma si pone un problema di emergenza sociale…infatti nei paesi a basso reddito la situazione è più difficile…”.
Per quel che riguarda il mercato valutario non si è smentita la correlazione che vede il dollaro perdere posizioni a ridosso di dati macroeconomici incoraggianti e listini azionari in rally.
Da segnalare anche il recupero dello Yen che sembra aver iniziato un recupero strutturato sui maggiori cross; per ultimo notiamo come il cable nel grafico giornaliero abbia fatto segnare un doppio massimo che può essere preludio di una forte inversione di trand.