lunedì 6 aprile 2009

Decisioni importanti al G20


G-20 e BcE. Non si potrebbe parlare d’altro per commentare la settimana appena conclusa anche perché da questo incontro sembra si stiano delineando ciò che sembrano essere le linee guida dominanti delle maggiori potenze economiche per uscire dalla crisi.
Quattro i punti fondamentali trattati nelle prime girnate di incontro; dopo le tensioni in piazza hanno infatti parlato i leader ed in particolare il premier britannico Gordon Brown nel corso della sua conferenza ha fatto capire come si sia puntata l’attenzione sugli stimoli fiscali, iniezione di nuove risorse dal Fondo Internazionale Monetario , paradisi fiscali e regole per stipendi e bonus ai numeri uno delle istituzioni finanziarie.
Brown ha annunciato uno stimolo fiscale fino a 5.000 miliardi di dollari entro la fine del 2010 a sostegno della ripresa dell'economia mondiale. I leader del G20 hanno trovato anche l'accordo per mettere a disposizione del Fondo Monetario Internazionale altri 500 miliardi di dollari. Queste le parole di Brown riguardanti l’espansione fiscale. “Stiamo sostenendo una espansione fiscale concertata e senza precedenti - si legge nel comunicato finale del vertice dei capi di Stato e di governo - che salverà o creerà milioni di posti di lavoro che sarebbero altrimenti stati distrutti, e che ammonterà, entro la fine dell'anno prossimo, a 5 mila miliardi di dollari; aumenterà la produzione del 4 per cento e accelererà la transizione ad un’economia verde”.
Come detto si è parlato anche dei paradisi fiscali, tema molto caro a Francia e Germania, e Brawn ha parlato di una “lista nera” di paesi da tenere sotto controllo e che sono pronte sanzioni per coloro i quali si rifiuteranno di fornire le informazioni richieste.
Per quel che riguarda il mercato monetario, stiamo vivendo un momento interlocutorio in cui i cross principali oscillano senza prendere una vera direzione: l’idea è che siano tutti in attesa di capire quali saranno le decisioni di Obama per stimolare la ripresa dell’economia reale statunitense.
Se è vero che lo stesso presidente degli USA ha negato con decisione la possibilità di adottare un sistema protezionistico è anche vero che noi tutti sappiamo che per adottare un sistema protezionistico non è necessario l’utilizzo di veri e propri dazi; una soluzione alternativa potrebbe essere la svalutazione consistente del Dollaro che permetterebbe così di rendere i prodotti statunitensi molto appetibili e avrebbe come effetto l’aumento delle esportazioni e la diminuzione delle importazioni.
In attesa di questa possibile svalutazione il mercato dei cambi ha accolto senza troppe turbolenze la notizia riguardante il taglio di 0.25 basis points dei tassi di interesse europei; il capo della BcE Trichet ha fatto capire che non sarà questo l’ultimo taglio e che nella prossima riunione a maggio si potrebbe decidere per portare il costo del denaro all’1,00%.
La sensazione è che per quel che riguarda i cross più importanti la prossima settimana potrebbe riservare molte sorprese con il biglietto verde che andrà tenuto d’occhio.