lunedì 17 marzo 2008

Caduta libera


Il dollaro a rotta di collo. Questa è la sensazione che pervade il mercato valutario. Il cross eur/usd sta perdendo l’1% al giorno da tre settimane a questa parte. E non si capisce come potrà finire


Le teorie riguardanti l’evoluzione di questa situazione nel futuro prossimo sono le più disparate, con coloro che sono sicuri che questa crisi durerà ed anzi peggiorerà portando il cross a sfondare la soglia del 1.7000 e coloro che invece vedono nelle banche centrali un’ancora di salvezza per riportare il biglietto verde ad una valutazione più vicina ai valori cui siamo abituati.

Noi non vogliamo schierarci con nessuno né prevedere scenari futuri ma non possiamo non notare come il cross EUR/USD stia perdendo l’1% al giorno da tre settimane a questa parte e che molto probabilmente, viste anche le ultime dichiarazioni dei capi della banca centrale statunitense ed europea, questa situazione sia destinata a perdurare ancora per un pò.

Detto ciò possiamo concentrarci come al solito su un breve riepilogo di quelli che sono stati i principali dati macroeconomici di quest’ultima settimana cominciando con la giornata di lunedì che ha visto protagonista l’economia britannica con i dati riguardanti la produzione industriale (in calo dello 0,1%), l’indice PPI mensile che si è rivelato essere migliore delle previsioni (1,7% vs. 1,5%) e con la produzione del settore manifatturiero in crescita dello 0,4%.

Martedì è stato annunciato il risultato dell’indice ZEW tedesco che misura l’ economic sentiment ed è stato migliore delle attese con un -32,0 rispetto al -39,5 della rilevazione precedente; giornata importante anche per Canada e States che hanno visto migliorare le rispettive bilance commerciali rispettivamente da 2,3 mld a 3,3 mld e da -59,5 mld a -58,2 mld.

Mercoledì è stata una giornata abbastanza povera di dati macroeconomici rilevanti eccezion fatta per il dato sulla produzione industriale europea (aumentata dello 0.9% rispetto allo 0,4% preventivato) e per il dato sulle scorte di greggio statunitensi che sono arrivate a 6,2 mln.

Giovedì è stata invece la giornata che ha confermato il momento di estrema difficoltà dell’economia statunitense, con numerosi dati macroeconomici tutti negativi: i più importanti sono stati senza dubbio le vendite al dettaglio in calo dello 0,6% e l’indice Business Inventories in calo dello 0,5% nonostante fosse prevista una crescita dello 0,5%.

La settimana si è infine conclusa con l’ulteriore dato negativo per l’economia statunitense che ha visto l’indice dei prezzi al consumo rimanere invariato rispetto alla rilevazione precedente ed alle aspettative che lo davano in aumento dello 0,3%.

Non ci resta che aspettare il prossimo 18 marzo giorno in cui si riunirà la Fed e probabilmente deciderà di tagliare nuovamente i tassi di interesse per cercare con un ultimo disperato tentativo di risollevare le sorti della sua moneta.