martedì 2 febbraio 2010

Gli Stati Uniti cercano di dare una ventata di ottimismo al mercato


Il discorso di Obama e di Bernanke al vertice FOMC hanno avuto come comune denominatore la voglia di trasmettere fiducia al mercato sottolineando con enfasi quanto di buono ( a dir la verità poco ) stia facendo l’economia statunitense, tralasciando invece tutte le difficoltà (in particolare riguardanti il mercato immobiliare e quello del lavoro).
Il filo conduttore dei discorsi di settimana scorsa del board FOMC si è retto su una linea sottilissima costituita da molte parole rassicuranti supportate da non altrettanti dati reali.
Nella realtà abbiamo infatti assistito ad un susseguirsi di dati non proprio esaltanti per l’economia a stelle e strisce che hanno riguardato le due aree precedentemente citate a cui ha fatto da contraltare il dato molto positivo sul Pil statunitense che ha avuto una crescita superiore alle aspettative del 5,7% contro il 2,2% della precedente rilevazione.
Come avevamo anticipato settimana scorsa dal punto di vista tecnico il dollaro aveva iniziato nel cross con l’euro un movimento ribassista ben strutturato confermato dalla flag venutasi a creare attorno a quota 1,4150 ( notare la contrazione dei volumi in concomitanza di questo periodo) che ha preannunciato la continuazione del trend fino a quota 1,3861.
Sempre basandoci su considerazioni prettamente tecniche potremmo anche pensare che questo movimento ribassista dovrebbe aver trovato un primo vero ostacolo costituito dai supporti che riprendono i minimi di giugno/luglio 2009; se prendiamo in considerazione invece i fondamentali potremmo anche pensare che il dollaro potrebbe approfittare del periodo di forte debolezza dell’economia europea appesantita dalla crisi della Grecia e dalla difficoltà ad uscire dalla crisi dei così detti PIGS, tutti fattori che hanno rallentato la crescita del pil ed hanno di fatto portato il tasso di disoccupazione dell’eurozona sopra la soglia del 10%.
Il quadro che viene fuori da queste considerazioni lascia trasparire un mercato in difficoltà che premierà chi per primo riuscirà a far ripartire l’economia nazionale o chi per primo riuscirà a convincere tutti di esserci riuscito; il mercato valutario, da sempre specchio fedele dell’evolversi della situazione macroeconomica mondiale, attende questa settimana dati importanti provenienti dagli states che in questa settimana forniranno elementi importanti per tastare il polso ai consumi ed alla disoccupazione, fattori determinanti per una ripresa.