mercoledì 10 febbraio 2010

Mercati in attesa


I mercati vivono in questi primi giorni della settimana un periodo di allerta e di indecisione dopo un fine settimana caratterizzato da notizie e dati che hanno scosso notevolmente tutti i principali indici e che hanno nuovamente gettato il “panico” tra gli investitori.
Se l’economia statunitense ci ha ormai abituato a violenti sbandate ed a notizie sorprendenti, quasi sempre in negativo, l’economia europea seppur in evidente difficoltà, raramente offre “spunti” così consistenti al mercato come giovedì scorso.
Il crescente debito pubblico di alcuni paesi europei è stato dall’inizio della crisi una delle più grandi preoccupazioni dei vertici dell’economia dell’unione ma le parole di Trichet giovedì e le notizie macroeconomiche pubblicate hanno creato un vortice di allarmismo che ha avuto come conseguenza diretta un crollo dei listini azionari, in particolare quelli delle economie interessate, e per quel che concerne il mercato valutario un rafforzamento del movimento pro dollaro nei confronti della valuta unica europea.
I famosi “P.I.I.G.S” ( Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna ) sono sotto osservazione da anni, ben prima dell’inizio di questa crisi, non avremmo quindi dovuto stupirci se le prime economie a risentire di questa congiuntura negativa sarebbero state proprio queste ultime.
La domanda che viene spontanea a questo punto riguarda le motivazioni di una reazione così “sorpresa” del mercato che ha causato movimenti così consistenti sui mercati.
Le risposte a questa domanda possono essere sostanzialmente di due tipi: la prima trova le motivazioni nella speculazione di un mercato che, in particolar modo quello valutario, ha tratto vantaggio da questa notizia per sostenere ed incrementare il movimento pro-dollaro che ha portato l’euro a perdere più del 7% da inizio anno nei confronti del biglietto verde. A tal proposito infatti il mercato mormora a proposito di una speculazione messa in atto da una banca statunitense riguardante i CDS (Credit Default Swap).
La seconda risposta vede invece un mercato seriamente preoccupato per lo stato di salute dell’economia europea, ed in particolare esprime la sua paura per un possibile default dell’economia greca; nella giornata di oggi infatti si sono susseguiti rumors riguardanti il ritorno anticipato di Trichet dall’Australia, voci che parlavano di possibili forti aiuti fuori programma per l’economia ellenica che potrebbero resi pubblici nel consiglio Ue di giovedì prossimo.
Per quel che concerne il mercato valutario, il cross Eur/Usd sulla scia di questi possibili aiuti e di dati non positivi per l’economia statunitense ( scorte di magazzino all’ingrosso in calo dello 0.8% ) ha ritracciato sopra quota 1.3750 dopo tre giorni di continui ribassi ed i prossimi giorni saranno decisivi per capire se questo può essere un segnale importante di un recupero della valuta europea.
Decisiva sarà la giornata di domani in particolare per la Sterlina che ha seguito nei confronti del dollaro un movimento similare all’euro, e che potrebbe approfittare di un dato positivo della produzione manifatturiera che nelle ultime rilevazioni ha mosso in modo consistente il cross.