lunedì 5 ottobre 2009

Lo stato di salute dell’economia statunitense e l’andamento dei mercati finanziari muovono il mercato dei cambi.


Lo stato di salute dell’economia statunitense e l’andamento dei mercati finanziari muovono il mercato dei cambi e incidono in maniera determinante sull’andamento dei cross più importanti.
E’ passata la settimana del G-20 e la sensazione che è rimasta è quella di un’occasione persa per parlare e discutere di problemi reali legati al mercato dei cambi che per risposta sembra avere praticamente ignorato un meeting da cui sono usciti grandi discorsi, frasi ad effetto, ma poca sostanza che non ha avuto alcun effetto sui cambi.
Questa settimana ha infatti confermato in sostanza che ciò che guida ed indirizza i vari cross, sono i dati macroeconomici riguardanti l’economia a stelle e strisce e l’andamento delle borse che continuano ad avere una relazione inversa con il dollaro.
Ma andiamo per gradi; il sentiment degli analisti dopo i numerosi ed importanti dati macroeconomici pubblicati nel corso di questa settimana vede un economia statunitense ancora tentennante, che ancora non sembra aver le forze per una ripresa decisa e consistente.
E allora proviamo a riportare qualche dato uscito nella settimana: martedì è stato pubblicato l’indice S&P sull’andamento dei prezzi delle case è risultato ancora in negativo ma con una percentuale inferiore alle attese (-13,3% vs. -14,3%) mentre il conference board ha annunciato che il livello di fiducia dei consumatori è sceso a 53.1 dopo il dato molto positivo di fine agosto che l’aveva visto salire a 54.5.
Mercoledì è stato invece pubblicato il dato sulla disoccupazione che ha disilluso le speranze degli analisti che avevano previsto un calo della disoccupazione nel settore non-agricolo e che invece hanno visto pubblicare un dato ben più negativo (-254K) rispetto alle previsioni (-200K).
Giovedì è stata sicuramente la giornata che più di tutte ha “mosso” i mercati, azionari e valutari, con gli indicatori macroeconomici pubblicati; il più importante è stato sicuramente l’indice ISM dei direttori degli acquisti (l’indicatore più importante per determinare lo stato di salute del’economia) che ha tradito le attese che lo volevano in rialzo rispetto alla rilevazione precedente (59.9) a 53.9 facendo segnare addirittura un ribasso di di 0.3 punti.
In controtendenza invece il dato riguardante i contratti di vendita in corso di case che ha fatto segnare un aumento del 6,4% ben al di sopra dello 0,9% previsto.
L’ultimo giorno della settimana non ha fatto altro che confermare quanto accaduto in precedenza con il tasso di disoccupazione che è aumentato nuovamente sfiorando la soglia del 10%; da riportare che anche il dato allarmante riguardante gli ordini alle industrie, in calo dello 0,8% nel mese di agosto.
Come hanno reagito i cambi a questa settimana? L’eur/usd ha vissuto una settimana con variazioni molto consistenti: ha cominciato la settimana in rialzo per poi far segnare una netta inversione di tendenza giovedì quando, in concomitanza con l’uscita del dati macroeconomici e del calo dei listini azionari, ha ritracciato fino a quota 1,45105 per poi arrivare in queste ore a toccare 1,4479 per poi risalire con un movimento importante sopra quota 1,4610 dopo il dato molto negativo riguardante disoccupazione e ordini alle fabbriche, confermando se ancora ce ne fosse bisogno, la grande attenzione con cui il mercato segue la pubblicazione dei dati macroeconomici.
La sensazione e che anche la prossima settimana ci dovremo aspettare un biglietto verde forte, stesso discorso vale per lo Yen mentre per l’Euro e la Sterlina le difficoltà dovrebbero persistere.