mercoledì 7 ottobre 2009

Tassi australiani e prezzo dell'oro


Ancora riunioni importanti. In questi giorni si sta concludendo il meeting del FMI con le immancabili proteste ed i soliti buoni propositi. Nel frattempo i mercati mondiali prestano la loro attenzione principalmente su due eventi: da una parte la decisione della banca centrale australiana di alzare il costo del denaro, primo esempio dopo la nota ondata di tagli post-crisi, dall’altra la corsa del prezzo dell’oro e del petrolio.
Se l’aumento in Australia dei tassi di interesse può essere decifrato come un segnale positivo per l’economia mondiale, finalmente fiduciosa per una ripresa imminente, l’aumento del prezzo dell’oro va ricercato in motivazioni più profonde e meno limpide.
Come anticipato dal giornale britannico “Indipendent”, sembra che le potenti economie asiatiche abbiano deciso di ridurre il potere del dollaro e quindi la loro dipendenza dalla valuta statunitense scegliendo l’oro come rifugio in questo periodo di incertezza, utilizzando il biglietto verde principalmente come mero strumento per l’acquisto di petrolio.
Questo spiegherebbe in parte anche l’aumento del prezzo dell’oro nero ed il continuo deprezzamento del dollaro che in queste ultime ore continua a perdere terreno nei confronti dell’Euro ( superata nuovamente quota 1,4735)e soprattutto nei confronti dello Yen nei confronti del quale da inizio estate è passato da sfiorare quota 100 ad arrivare ai minimi relativi di questi giorni a 88.180.