martedì 1 giugno 2010

Mercato in attesa di segnali importanti.


Nessuna novità di rilievo sui mercati che restano in attesa. Traders che restano in “trincea” dopo un lunedì anomalo con la borsa statunitense e quella britannica chiuse e dopo settimane di grandi speculazioni.
Qualche giorno fa parlavamo di un euro che sembrava essere ritornato a livelli più veritieri e questi ultimi giorni di contrattazioni non hanno di fatto alterato in nessun modo questo quadro che vede la valuta europea proseguire il trend negativo con una forte resistenza a quota 1.2145 minimo storico del grafico da aprile 2006 quando il dollaro si era portato a 1.2033 nei confronti dell’euro.
Come spesso è successo dall’inizio della crisi ad oggi, i mercati finanziari (ed in particolar modo per quel che ci concerne il mercato valutario) hanno alternato giorni, qualche volte settimane di grande volatilità con forti oscillazioni a periodi di apparente stabilità in cui il sentiment di mercato ha spesso indirizzato l’incertezza di trader.
Perché come spesso ci è capitato di affermare in periodi come questo è l’incertezza che tiene le redini del mercato e spesso bastano pochi segnali negativi male interpretati per affondare una valuta; l’incertezza sui mercati finanziari molto spesso si tramuta però in irrazionalità che innesca oscillazioni che spesso sembrano non avere reali spiegazioni.
A tal proposito molta attenzione va prestata alle ultime notizie provenienti dalle principali economie mondiali; per quel che riguarda l’Eurozona il bollettino pubblicato dalla banca centrale europea riporta le difficoltà crescenti del settore immobiliare, le difficoltà delle banche di rifinanziare le proprie passività ed il problema forse troppo frettolosamente accantonato della crisi delle economie dell’est.
Ad aggravare la situazione in serata è arrivata la notizia delle dimissioni del presidente tedesco Horst Kohler ( dopo le recenti dichiarazioni riguardanti la convenienza per l’economia tedesca di una prosecuzione della guerra in Afghanistan) che ha colto di sorpresa la stessa Merkel che in queste settimane sta cercando per quanto possibile di creare calma e stabilità all’interno dell’economia guida dell’unione europea.
Dall’altra parte dell’oceano non arrivano grandi notizie macroeconomiche ed il mercato concentra la sua attenzione sulle economie asiatiche che rallentano la propria crescita ( PMI Manifatturiero cinese 53.9 vs. 55.7) e mostrano forse i primi segnali di difficoltà che per quel che riguarda l’economia giapponese sono causate in parte dall’apprezzamento dello Yen che non favorisce le esportazioni (settore trainante dell’economia del sol levante).
Il quadro generale per quel che riguarda le valute rimane il medesimo con l’euro che pur continuando a rimanere in un trend ribassista potrebbe ritracciare fino a quota 1.2380 e con il dollaro e lo yen che rimangono le valute più comprate.