lunedì 22 marzo 2010

Tentativo di recupero fallito per la moneta unica europea.


L’inizio della scorsa settimana è stato all’insegna dell’euro che approfittando del momento di difficoltà del dollaro e dell’economia statunitense aveva illuso il mercato ritornando a toccare quota 1,3817 e testando i massimi degli ultimi mesi.
La corsa dell’euro è però durata poco appesantita e rallentata dal “problema Grecia” che si trascina senza trovare una conclusione; decisioni a riguardo potrebbero essere prese nel corso di questa settimana che vedrà protagonista il consiglio dell’UE che si riunirà giovedì 25 marzo, e presenterà il piano da 25 miliardi che sarà l’ultimo, estremo tentativo di aiuto all’economia ellenica prima del ricorso al Fondo Monetario Internazionale.
Da capire a questo punto quale sarà la posizione dei paesi come la Germania, che fino ad ora si sono fortemente opposti al piano di salvataggio che rappresenterebbe un grave e pericoloso precedente nella storia economica dell’Unione.
Germania che però a breve potrebbe entrare nell’”occhio del ciclone” se verranno confermate le indiscrezioni pubblicate dal quotidiano tedesco Die Welt che stima l'esposizione complessiva in 6,2 mld mentre nelle statistiche ufficiali vengono dichiarati solo 1,9 mld; nell’articolo, l’economista Bernd Raffelhueschen spiega come “più dell'indebitamento visibile di Stato federale, Regioni e comuni pesano i debiti nascosti dello stato sociale'.
Come sempre accade in questi casi, l’incertezza e la confusione che avvolge l’economia europea hanno spinto il mercato ad investire sulle cosiddette valute rifugio come Dollaro e Yen che infatti negli ultimi giorni della settimana hanno recuperato molte posizioni in particolar modo nei confronti dell’Euro.
A spingere la valuta statunitense sono stati però anche i dati macroeconomici molto positivi pubblicati settimana scorsa che hanno visto l’indice sullo stato di salute dell’economia pubblicato dalla Federal Reserve di Philadephia salire a quota 18.9, in netto miglioramento rispetto a 17.6 della rilevazione precedente e delle previsioni che lo davano stabile.
Positivo anche il dato sulle richieste di sussidi alla disoccupazione che sono calati nell’ultima settimana a 457k vs. 462k della rilevazione precedente; interessante sarà ora capire come la riforma della sanità del governo Obama appena approvata dal senato statunitense influenzerà il mercato e quindi il dollaro.
La sensazione è che il cross Eur/Usd sia destinato a rimanere in una zona di trading range laterale compreso tra 1,3620 e 1,35 a lungo prima di testare in modo convincente i supporti e le resistenze di medio periodo a quota 1.3860 e 1.2880.
Da segnalare infine il periodo molto positivo del franco svizzero che si è portato sotto quota 1,4340 nel cross con l’euro confermandosi una delle valute più forti in questo momento al contrario della sterlina la cui tanto invocata ripresa sembra ancora lontana dal realizzarsi.
Settimana comunque ricca di spunti per il mercato che oltre ad attendere le decisioni del consiglio dell’Unione Europea seguirà con attenzione l’evolversi della situazione statunitense ed i “soliti” dati sull’occupazione e sugli ordinativi delle industrie americane.