lunedì 15 marzo 2010

Il dollaro soffre, resiste e riparte.


Fine settimana difficile per la valuta statunitense che cede posizioni nei confronti di quasi tutte le valute estere ma che nelle prime ore di questa settimana lascia trasparire una forza per un recupero importante.
Analizzando i principali cross valutari che vedono interessato il biglietto verde notiamo come sia l’Euro che la Sterlina venerdì abbiano testato le resistenze di breve periodo; l’Eur/Usd è arrivato a testare quota 1,3800 ritornando sui livelli di un mese fa per poi ritracciare verso quota 1,3700 ad inizio giornata sulla scia dell’ottimismo riguardante l’economia statunitense.
Discorso differente invece va fatto per il cable che negli ultimi giorni della scorsa settimana ha tentato un’inversione del trend in atto da inizio anno riportandosi sopra quota 1,5200; la sensazione è che il cross sia in una fase di incertezza e che questa settimana sarà decisiva per capire se la sterlina riuscirà a tenere o se il cross sia destinato a testare i supporti di un anno fa a quota 1,4600.
Dal punto di vista macroeconomico il sentiment del mercato vive una fase di grande incertezza su cui pesano le crisi del debito di Dubai e della Grecia che dopo essere esplose si sono lentamente riassorbite senza un vera e propria exit strategy.
Per quel che riguarda l’economia ellenica sarà interessante capire cosa deciderà la riunione mensile dei ministri finanziari della zona euro che inizierà oggi e terminerà domani e che avrà come oggetto di discussione appunto le ipotesi di supporto alla Grecia.
Sul tavolo Ecofin ci sarà un piano del commissario all'economia Rehn per offrire alla Grecia tassi agevolati per i 25 miliardi di euro che si stima essere la cifra necessaria all’economia nei prossimi due mesi.
Dall’altra parte dell’oceano arrivano notizie contrastanti per l’economia statunitense; se da una parte le vendite al dettaglio hanno registrato un incremento dello 0.3% nel mese di febbraio dall’altra il dato preliminare sul sentiment dei consumatori rilasciato dall’Università del Michigan ha fatto segnare un calo da 73.6 a 72.5.
Interessante notare in questo scenario così poco chiaro come stando al Professional Global Confidence Index monitorato da Bloomberg, e che misura le aspettative sull'outlook dell'economia globale, il biglietto verde sia destinato a correre nei prossimi sei mesi.
L’ottimismo deriverebbe dalla convinzione che l’economia statunitense sarà la prima a ripartire in modo consistente rispetto a Europa e Giappone; secondo gli economisti intervistati Bernanke sarà il primo a dare il via al rialzo dei tassi di interesse se non alla fine di quest’anno all’inizio del prossimo.
La settimana che è appena cominciata sarà ricca di dati macroeconomici che potranno chiarire le idee al mercato ed far intraprendere ai cross trend più precisi: si inizierà oggi pomeriggio con i TIC Long-Term Purchases statunitensi, per proseguire poi con l’indice ZEW tedesco e la riunione FOMC ( con relativa decisione sui tassi) martedì, per finire con il dato sulle richieste di sussidi alla disoccupazione atteso per giovedì.