giovedì 6 maggio 2010

Mercati finanziari e valutari “guidati” dalla Grecia.


Per analizzare il mercato valutario ed i movimenti dei vari cross solitamente procediamo all’analisi dei principali dati macroeconomici pubblicati dalle principali economie mondiali, cerchiamo di capire il sentiment del mercato ed analizziamo i movimenti di natura tecnica dei vari cross.
Tutto questo, negli ultimi giorni, è reso inutile o quantomeno superfluo dalla crisi che si è abbattuta in modo violento sull’economia ellenica.
Fino a qualche giorno fa la speranza del mercato era riposta nelle decisioni della Bce e dell’intera unione europea riguardanti gli aiuti da fornire alla Grecia e la problematica su cui era focalizzata l’attenzione del mercato riguardava l’assenso o meno di economie forti come la Germania nell’accettare lo stanziamento di 110 miliardi di euro di prestito.
La scelta di sostenere ed aiutare la Grecia sembrava quindi potesse essere la soluzione ideale ed invece si è rivelata essere solo una sorta di effetto placebo per qualche giorno (forse qualche ora) fino a che la situazione è degenerata.
Come spesso succede, si è forse sottovalutato l’effetto di alcune scelte politico-economiche studiate a tavolino sull’economia reale e sui reali artefici del Pil greco: le misure drastiche adottate dal governo ellenico per “sistemare i conti pubblici” hanno innescato una spirale di manifestazioni e contestazioni che hanno portato ai tragici eventi di questi giorni.
Come dicevamo i dati macroeconomici in questo contesto passano in secondo piano ma ci sarebbe molto di cui parlare: oggi è in programma la riunione della Bce che molto probabilmente lascerà il costo del danaro invariato.
La scelta della Bce sembra quanto mai coerente con il momento delicato; l’unica via di uscita o di sopravvivenza a questa ulteriore crisi potrebbe essere il mantenimento del costo del denaro molto basso ed un continuo sostegno al canale del credito con l’aiuto delle economie “forti” dell’Unione Europea.
Siamo arrivati anche al momento dell’elezione del nuovo governo britannico con gli ultimi sondaggi che danno i conservativi in vantaggio (37%) sui laburisti (29%) e sui liberal democratici (26%); l’attenzione del mercato è rivolta sulle decisioni che la prossima maggioranza di governo prenderà per quel che riguarda il deficit pubblico considerato che ieri la Commissione Europea ha annunciato che il governo britannico dovrà prendere in prestito più capitale del previsto.
Il mercato valutario come sempre è un fedele specchio dell’andamento delle economie mondiali e non c’è da stupirsi se l’euro ha subito pesantemente l’effetto Grecia precipitando a 1.2811 nei confronti del dollaro allontanandosi dalle resistenze a 1.33 ed avvicinandosi pericolosamente ai supporti a 1.2454, i minimi da Marzo ’09.
Seguendo la stessa linea di ragionamento, la sterlina continua a perdere posizioni a causa dell’incertezza politica che procede le elezioni andando a testare quota 1,50 nel cable; in questo caso sarà determinante la reazione del mercato all’esito delle elezioni britanniche.
L’unico a beneficiare di questo periodo è quindi il dollaro statunitense che sfruttando la debolezza delle altre principali valute ha recuperato molte posizioni; effetto diretto di questo rialzo è stato il calo del prezzo del petrolio che dopo aver toccato quota 87.15 (WTI) è sceso fino ad arrivare a quota 78.85.